UniCredit dice addio, almeno per ora, al risiko bancario italiano. Il segnale arriva forte e chiaro da Andrea Orcel, intervenuto alla 30esima Financials Ceo Conference di Bank of America, dove ha messo un punto definitivo sulle ambizioni di fusione e acquisizione in Italia. “Ora dobbiamo accelerare senza rincorrere fusioni e acquisizioni”, ha dichiarato il Ceo, sottolineando che l’Italia resta centrale nella strategia del gruppo, con il 50% dei ricavi e il 45% dell’utile netto generati all’interno dei confini nazionali.
La chiusura del dossier Banco Bpm, dopo mesi di trattative naufragate anche a causa dell’intervento del governo attraverso il meccanismo del Golden Power, ha rappresentato un momento di svolta. “Il problema non era la transazione in sé, ma l’interferenza dei governi”, ha precisato Orcel, riferendosi non solo al contesto italiano ma anche a quello tedesco.
La crescita in Italia sarà interna
Orcel ha ammesso che il management fallirà se dipenderà dall’M&A per giustificare la propria esistenza. Troppa distrazione, troppa dispersione di risorse e, soprattutto, una perdita di focus strategico durante le fasi di valutazione e negoziazione. “Durante quei sette, otto, nove mesi in cui un’Ops resta sul tavolo, la banca perde focus: tutti aspettano l’M&A e mettono in pausa gli investimenti”, ha affermato il Ceo facendo riferimento alla proposta fallita su Bpm.
La linea, oggi, è quella di far ripartire un piano di crescita organica che era stato messo in stand-by proprio a causa delle trattative con Banco Bpm. Il progetto è già in fase di implementazione, e nei prossimi trimestri verranno comunicati nuovi dettagli operativi.
Commerzbank e Polonia
Il ritiro dalla scena M&A italiana non significa un disimpegno totale sul fronte delle operazioni strategiche. Commerzbank, in particolare, resta una pedina cruciale nella visione di Orcel, che ha ricordato come UniCredit detenga il 29% del capitale della banca tedesca con un ritorno sull’investimento già del 20%. “Non abbiamo alcuna fretta: possiamo semplicemente restare lì e aspettare”, ha dichiarato, esprimendo l’auspicio che l’esecutivo tedesco possa cambiare atteggiamento in futuro.
Dal canto suo, però, la Ceo di Commerzbank Bettina Orlopp ha risposto con freddezza, escludendo la possibilità di una fusione. “Ai valori attuali un’integrazione non ha senso”, ha detto, criticando l’ambiguità di una situazione in cui un concorrente diretto possiede quasi un terzo del capitale. Secondo Orlopp, “avere un azionista vicino al 30% che è parallelamente un concorrente diretto richiede molta più attenzione” e rischia di generare solo confusione.
Oltre alla Germania, anche la Polonia potrebbe tornare sotto i riflettori. UniCredit, un tempo presente nel Paese con Banca Pekao, oggi vi opera tramite MBank, la quarta banca nazionale. Secondo Orcel, tuttavia, il mercato polacco è il «più complicato» per potenziali operazioni, in quanto le sinergie possibili sarebbero limitate.
Ritorni per gli azionisti
Sul piano finanziario, UniCredit mostra una posizione di forza. Orcel ha evidenziato come la banca disponga di un eccesso di capitale compreso tra 10 e 11,5 miliardi di euro, nonostante abbia già investito circa 7,5 miliardi in partecipazioni strategiche e nell’internalizzazione del ramo assicurativo. Questo consente al gruppo di confermare la distribuzione di 9,5 miliardi agli azionisti nel 2025, tra dividendi in contanti e riacquisti di azioni proprie.
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