L’ultima mossa di Monte dei Paschi è decisiva rispetto al piano di Luigi Lovaglio sull’Ops Mps-Mediobanca e sul suo rilancio. In risposta Alberto Nagel cede più del 2% a Piazza Affari. Piazza Salimbeni ha deciso di non stare a guardare e di muoversi per avere un ruolo determinante nella sua operazione di acquisizione su Mediobanca, trasformando l’Offerta pubblica di scambio in una Opas, che sta per Offerta pubblica di acquisto e scambio.
Monte dei Paschi ha così introdotto una componente in contanti di 0,9 euro per azione, portando l’esborso complessivo a circa 750 milioni di euro. Il board “è fermamente convinto che l’incremento del corrispettivo rappresenti un’ulteriore e concreta testimonianza del valore industriale dell’operazione e dell’attenzione dell’offerente nei confronti del mercato, con l’obiettivo di massimizzare le adesioni all’offerta ed accelerare la creazione di valore”. Il rilancio mira a superare lo sconto di circa 640 milioni che penalizzava l’offerta iniziale, rendendola ora più competitiva e appetibile.
Come cambia l’Ops Mps-Mediobanca con il rilancio
Il Cda di Mps ha cambiato anche la soglia di adesione dell’offerta. La banca ha rinunciato alla soglia del 66,67% inizialmente prevista per l’efficacia dell’offerta, ma non è disposta a scendere sotto il 35%, considerato il minimo per dare avvio all’operazione. L’offerta si concluderà l’8 settembre 2025, con una finestra di riapertura tra il 16 e il 22 per accogliere eventuali adesioni tardive.
Il cosiddetto “nocciolo duro” degli azionisti di Piazzetta Cuccia, ovvero quelli che sin da subito avevano bocciato l’Ops Mps-Mediobanca, si è ridotto sensibilmente, passando dall’11,87% di febbraio al 6,91% di settembre. Questo fattore apre a nuovi scenari. Lovaglio, infatti, ha ottenuto il consenso di Delfin e Caltagirone che detengono quasi il 30% del capitale.
Con il rilancio Monte dei Paschi spera anche di coinvolgere altri investitori istituzionali, titolari di circa il 12% di Mediobanca, che astenendosi hanno bloccato l’offerta per Banca Generali con la quale Piazzetta Cuccia, sperava di liberarsi dall’offensiva di Siena. Sono realtà quali Enasarco, Enpam, Cassa Forense, Edizione Holding della famiglia Benetton, UniCredit, Amundi, Anima e Tages. In questo modo si sfiorerebbe il 40%.
Controllo diretto su Mediobanca, l’obiettivo finale
Con l’Ops Mps-Mediobanca ‘riveduta e corretta’ Lovaglio mira a superare la soglia del 50%. Così facendo otterrebbe il pieno controllo del Consiglio di amministrazione e un’accelerazione delle sinergie industriali tra i due istituti. Se poi si arrivasse al 66,7%, si potrebbe parlare di fusione.
Nonostante l’importante impegno finanziario, Monte dei Paschi chiarisce che il Cet1 pro-forma resterà intorno al 16%, mantenendo una solida base di capitale. La politica di dividendi sarà sostenibile, con un pay-out fino al 100% dell’utile. L’operazione, in definitiva, vuole creare valore per tutti gli stakeholder.
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