Delfin approva il bilancio, ma salta l’intesa sui dividendi

Nell’assemblea della holding della famiglia Del Vecchio confermati i conti ma restano profonde divisioni sulla governance e sulla maxi cedola

Delfin approva il bilancio, ma salta l’intesa sui dividendi© Igor Kutyaev/iStockPhoto

La holding Delfin, cassaforte della famiglia Del Vecchio e azionista di peso di EssilorLuxottica, Mediobanca, Generali, Mps e Unicredit, ha archiviato l’assemblea di bilancio senza raggiungere l’accordo sul futuro della società. La riunione, che avrebbe dovuto sancire un’intesa tra gli otto eredi del fondatore su governance e distribuzione dei dividendi, si è limitata a confermare la gestione ordinaria.

Secondo quanto emerso, il bilancio 2024 è stato approvato grazie ai voti di cinque soci, mentre Paola, Luca e Clemente si sono astenuti. Non è passata invece la proposta di una maxi cedola da 500 milioni, bocciata dai tre eredi contrari. La distribuzione è stata quindi limitata, come previsto dallo statuto, a 150 milioni di euro. Nel frattempo il valore della holding, forte di dividendi per 1,135 miliardi incassati dalle partecipate, avrebbe raggiunto a fine 2024 i 42 miliardi, superando poi i 50 miliardi nelle ultime valutazioni.

Governance e divisioni tra gli eredi di Del Vecchio

Il nodo più difficile da sciogliere resta quello della governance. Sul tavolo c’è un piano che prevede la dismissione graduale delle partecipazioni non strategiche entro 24-36 mesi, mantenendo solo la quota in EssilorLuxottica. In cambio, quattro eredi rinuncerebbero al beneficio di inventario e si procederebbe alla distribuzione di 8 miliardi di dividendi, finanziati dalle vendite e non dal debito. La seconda parte dell’accordo mira invece a modificare le regole interne di Delfin, intervenendo sulla durata dei mandati e sulle norme di liquidazione dei soci.

Nonostante il tentativo di mediazione del presidente Francesco Milleri, la spaccatura tra i rami della famiglia non sembra ricomporsi. Secondo alcune fonti riportate dai quotidiani di oggi, solo un compromesso potrebbe sbloccare definitivamente la questione, ponendo fine anche al contenzioso ereditario e al beneficio di inventario che ancora pende su quattro degli eredi.

Gli scenari futuri

Un eventuale accordo cambierebbe gli equilibri all’interno della holding e avrebbe ripercussioni significative sui gruppi finanziari partecipati, a partire da UniCredit, che potrebbe essere la prima partecipazione a uscire dal perimetro di Delfin. Al momento, però, la partita resta aperta, con la prossima occasione di confronto fissata per l’autunno.

Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People
© Riproduzione riservata