Mentre il comitato nomine del Monte dei Paschi di Siena (Mps) è al lavoro per definire la nuova lista del board di Mediobanca, emerge una novità significativa nell’azionariato del Monte: Francesco Gaetano Caltagirone ha superato la soglia del 10% nel capitale dell’istituto. Un traguardo che ha richiesto l’avvio della procedura di autorizzazione presso la Banca centrale europea, passaggio obbligato per poter esercitare pieni diritti di voto su una partecipazione così rilevante.
Caltagirone ha precisato di agire da solo, senza patti parasociali o intese con altri azionisti. I suoi diritti di voto oltre il 9,9% risultano al momento sterilizzati, in attesa della decisione della vigilanza bancaria europea. Nella dichiarazione inviata alla Consob, l’imprenditore ha inoltre ribadito l’impegno a non presentare liste per la maggioranza del consiglio di amministrazione di Mps fino a che la sua quota resterà oltre la soglia del 10%.
Alla data del 15 settembre, la sua partecipazione era salita fino all’11%, dopo la chiusura dell’Opas su Mediobanca. Proprio quell’operazione, che ha portato Siena a detenere l’86,3% dell’istituto di Piazzetta Cuccia, ha determinato un significativo riassetto nel capitale di Mps. Il primo azionista, con circa il 18%, è Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, che ha però chiarito di non voler esercitare un’influenza dominante sull’istituto senese.
Mediobanca stessa detiene oggi il 13,18% di Generali, aprendo nuovi scenari anche per la compagnia assicurativa triestina. Proprio a Trieste potrebbe aprirsi un nuovo fronte: Caltagirone, Delfin e Mps-Mediobanca arrivano complessivamente a controllare circa il 30% del Leone. A questi si aggiungono altri soci con visione analoga, come Edizione e Fondazione Crt, aprendo la strada a una possibile espansione della coalizione.
Il nodo della governance e il ruolo della Bce
Il documento inviato da Caltagirone alla Bce rappresenta un punto di svolta potenziale per l’equilibrio interno in Mps. Francoforte potrebbe autorizzare la salita fino al 20%, come già fatto in passato con Delfin per Mediobanca. Tuttavia, non si esclude che possa imporre vincoli alla presentazione di liste o addirittura respingere la richiesta.
In ogni caso, il via libera della vigilanza consentirebbe all’imprenditore romano maggior margine di manovra, in particolare in vista del rinnovo del cda di Mps previsto per la primavera 2026. Se la quota dovesse stabilizzarsi o rafforzarsi, non è escluso che sia proprio Caltagirone a depositare una lista per la nuova governance.
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