Volkswagen ha fatto sapere che circa 20 mila dipendenti hanno firmato un accordo per l’uscita volontaria dall’azienda e, quindi, per la risoluzione anticipata del contratto. Fa parte del piano il “Futuro di Volkswagen” che punta a un taglio complessivo di 35 mila posti entro i prossimi cinque anni, che corrispondono a più di un quarto della forza lavoro tedesca del gruppo. In questo modo la casa automobilistica vuole essere di nuovo competitiva.
È il risultato di accordi presi con i sindacati, che prevedono incentivi fino a 400 mila euro per i dipendenti più anziani. Si tratta di un obiettivo intermedio determinante, raggiunto anche grazie al coinvolgimento dei cosiddetti baby boomer: i nati nel 1969 e 1970. A dirlo è stato Gunnar Kilian, il responsabile delle risorse umane del gruppo.
I dettagli del piano Volkswagen
Il piano Volkswagen prevede l’uscita volontaria, non licenziamenti forzati né chiusure di stabilimenti. Serve a trasformare l’azienda in risposta dei cambiamenti che sta vivendo il settore automobilistico a livello internazionale. Sono misure “socialmente accettabili” che prevedono anche una drastica riduzione degli apprendistati annuali, che passeranno da 1.400 a 600 a partire dall’anno prossimo.
Così facendo, verranno tagliati 1,5 miliardi di euro l’anno sui costi del lavoro, in un momento in cui c’è una pressione sempre maggiore sulla redditività e sui margini, anche legata al passaggio all’elettrico e alla concorrenza globale.
Nonostante siano stati raggiunti dei risultati concreti, “c’è ancora molto lavoro da fare per garantire che Volkswagen sia pienamente competitiva entro il 2029”, ha dichiarato il Cfo David Powels. Si tratta di un accordo che è il frutto di un lungo negoziato tra il Cda e i rappresentanti dei lavoratori, che vuole bilanciare sostenibilità economica e responsabilità sociale nella transizione industriale che Volkswagen si trova a dovere affrontare.
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