Il Pastificio Rummo è una delle più antiche e rinomate aziende produttrici di pasta in Italia, simbolo dello slow food, della qualità del Made in Italy e della capacità di affrontare difficoltà straordinarie. Fondata nel 1846, ha attraversato epoche, cambiamenti tecnologici, crisi, e si è evoluta pur mantenendo intatta la sua identità.
Dalla sua fondazione a oggi sono mutate molte cose, ma non lo spirito con cui lavorano i proprietari e i dipendenti di una realtà che rappresenta uno dei fiori all’occhiello del nostro Paese. Conoscerla può essere di esempio e di ispirazione per chi vuole fare della propria passione un lavoro.
Le origini: Antonio Rummo e il primo molino
Tutto inizia nel 1846, a Benevento, quando Antonio Rummo dà vita a un piccolo mulino per la macinazione del grano duro, una materia prima fondamentale che proviene dalla Capitanata, in Puglia. In breve tempo, il molino diventano due e vengono dislocati lungo i fiumi Calore e Sabato.
In quei decenni il mulino produce non solo semola ma anche pasta fresca. Unire le due lavorazioni, infatti, era allora una pratica comune in aziende che operavano a livello locale. L’elemento acqua, quella pura, dei corsi d’acqua dei luoghi, e la qualità del grano furono da subito componenti centrali della filosofia aziendale.
Trasformazioni e consolidamenti del pastificio Rummo
Nel 1935 l’azienda si trasforma in società per azioni e si trasferisce nella storica Via dei Mulini, a Benevento. Nei decenni successivi si assiste al consolidamento dell’attività, che però mantiene radici familiari e attenzione alla qualità.
Negli anni Novanta Rummo compie un passo decisivo. Precisamente nel 1991 inaugura un nuovo pastificio in contrada Ponte Valentino, dove oggi ha sede la produzione principale. Contestualmente, la famiglia decide di cessare l’attività di macinazione (quella del molino) per concentrarsi esclusivamente sulla produzione della pasta. Il core business diventa la pasta secca.
Innovazione e identità: Lenta Lavorazione e certificazioni
Un punto di svolta per il marchio è l’introduzione, nel 2005, del metodo Rummo Lenta Lavorazione, un marchio registrato che diventerà distintivo dell’azienda. Ispirato alla tradizione, ma perfezionato con attenzione tecnica, prevede tempi di impasto più lunghi, lavorazione attenta in ogni fase, cura della semola, con l’obiettivo di garantire eccellenza, tenuta alla cottura e bontà organolettiche. Nel corso degli anni, inoltre, Rummo ha ottenuto certificazioni di qualità e certificazioni legate alla tenuta di cottura della pasta, nonché alla qualità delle semole di grano duro utilizzate.
La crescita dell’export e del portafoglio prodotti
Nel tempo Rummo ha diversificato la gamma dei suoi prodotti. Oltre alla pasta secca classica, ha introdotto linee biologiche, integrali, senza glutine e più recentemente formati speciali come pasta di legumi, legumi alternativi integrati con riso, formati particolari per chef o gastronomie.
L’export e la presenza internazionale diventano elementi centrali: Rummo è presente in oltre 60 Paesi nel mondo in tutti i continenti. Rappresentano una quota importante del fatturato, che cresce negli anni, anche in situazioni avverse come quelle legate alla pandemia.
La sfida dell’alluvione del 2015: un’azienda dalle radici solide
Uno dei momenti più critici nella storia recente dell’azienda è stata l’alluvione del 2015 che ha devastato il territorio del Sannio. Lo stabilimento di Rummo è rimasto pesantemente danneggiato: il fango ha distrutto macchinari, depositi, semole e la produzione è stata ferma per mesi.
Nonostante il danno, la risposta è stata rapida e solidale: l’azienda, guidata da Cosimo Rummo, è riuscita a trasferire i dipendenti in altri stabilimenti, a organizzare la produzione con macchinari presi in prestito da altri produttori e a riorganizzare il lavoro. In pochi mesi la produzione è stata riportata a circa il 65% dei livelli pre-alluvione.
Non solo: la reazione pubblica è stata considerevole, con campagne di solidarietà e l’hashtag #saveRummo virale sui social, e ha coinvolto cittadini, istituzioni e pubblico nazionale. Il sostegno ha contribuito a decretare la sopravvivenza e il rilancio dell’azienda.
Premi, riconoscimenti e ruolo nel Made in Italy
Negli anni Rummo ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per la qualità dei suoi prodotti, la sostenibilità e l’innovazione. Per esempio, nel 2011 ha ottenuto la certificazione Bureau Veritas per la tenuta di cottura della pasta e per la qualità del grano duro.
Nel 2021, anno del 175° anniversario dalla fondazione, l’azienda è stata celebrata con un francobollo emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico, con annullo di Poste Italiane, come parte della serie “Le eccellenze del sistema produttivo ed economico”.
Numeri recenti: dipendenti, fatturato, export
Oggi Rummo è un’azienda con oltre 160 dipendenti e ha chiuso esercizi recenti con fatturato nell’ordine di oltre 170 milioni di euro (nel 2022), con una crescita significativa rispetto agli anni precedenti. L’export rappresenta circa il 35% del fatturato e l’azienda è distribuita in oltre 60 Paesi in cinque continenti. Questi numeri confermano una forte sostenibilità e una posizione consolidata nel segmento premium della pasta.
Tra i tratti che rendono Rummo unica ci sono: il motto in dialetto “pe’ fa’ ‘e cose bone ce vo tiemp”, ovvero “per fare le cose bene ci vuole tempo”, che riflette il metodo Lenta Lavorazione con tempi più lunghi e processi attentamente curati. La tenuta di cottura dichiarata è uno dei punti di forza: ogni lotto viene testato, assaggiato e passato al vaglio della qualità. Se non conforme, la pasta non viene immessa in commercio. Anche le scelte ambientali per la riduzione delle emissioni,l’innovazione nel packaging riciclabile e l’attenzione alle materie prime sono il fiore all’occhiello di un’eccellenza italiana.
Rummo, le sfide attuali e prospettive future
Nonostante il successo, Rummo, come molte aziende del settore alimentare, affronta sfide continue. Deve mantenere la qualità nonostante le pressioni su costi dell’energia, delle materie prime e della logistica. È necessario che si espanda ulteriormente nei mercati esteri rifinendo la supply chain internazionale. Deve essere innovativa nei prodotti – formati nuovi, gluten free, biologico, legumi – mantenendo il Dna tradizionale e continuare a sviluppare pratiche sostenibili, riducendo gli sprechi e rispettando l’ambiente.
La storia del pastificio Rummo è quella di una impresa italiana che unisce tradizione e innovazione, che ha resistito a molte tempeste — letteralmente — e che ha saputo rinnovarsi senza perdere sé stessa. Oggi è un patrimonio culturale, un’eccellenza industriale, un esempio di come un’azienda familiare possa affrontare il passato e guardare con fiducia al futuro, mantenendo saldi i valori della qualità, del lavoro ben fatto, del “tempo” che serve davvero per fare le “cose bone”.
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