Coin rilancia con 33 milioni e un nuovo vertice

Marco Marchi, Invitalia e Sagitta investono nel gruppo. Cosmi resta CEO, Rondelli presidente

Coin rilancia con 33 milioni e un nuovo vertice© Shutterstock

Si chiude con successo l’aumento di capitale da 33,2 milioni di euro, che segna la fine del processo di risanamento del gruppo Coin, approvato lo scorso luglio dal Tribunale di Venezia. Il rilancio della storica catena di grandi magazzini, che nel 2026 festeggerà il centenario dalla fondazione da parte di Vittorio Coin, passa ora nelle mani di nuovi e vecchi azionisti, con un rinnovato consiglio di amministrazione pronto a guidare la prossima fase.

Mia Srl, la holding di Marco Marchi (fondatore di Liu Jo), ha sottoscritto la quota maggiore dell’aumento con 10,75 milioni, posizionandosi come capofila industriale del progetto. Il suo ruolo non sarà solo quello di investitore, ma anche di potenziale fornitore strategico per le linee a marchio Coin.

Al fianco di Mia, Invitalia ha partecipato con 10 milioni attraverso il Fondo Salvaguardia Imprese promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Con un contributo superiore ai 10,98 milioni, si è aggiunta anche Sagitta Sgr, gestore di crediti deteriorati per conto di Europa Investimenti – Arrow Global. Completano la cordata Joral Investments (1 milione) e Hi-Dec Edizioni (500 mila euro).

Nuovo Cda: Matteo Cosmi resta Ceo, Rondelli alla presidenza

Parallelamente all’aumento di capitale, è stato nominato il nuovo consiglio di amministrazione. Matteo Cosmi è stato confermato amministratore delegato, forte della fiducia espressa da Marchi. La presidenza passa a Roberto Rondelli, figura di primo piano in Sagitta Sgr e responsabile dal 2023 della divisione rilanci di Europa Investimenti. Marica Carraro ricoprirà il ruolo di vicepresidente.

Completano il consiglio i nomi di Ignazio Pellecchia, Tito Raccanello, Federico Sarti ed Ermanno Sgaravato, a rappresentare un equilibrio tra esperienza e nuove strategie operative.

Il piano industriale prevede interventi mirati, compresa la chiusura dei punti vendita meno redditizi, ma grazie al supporto del Mimit sono stati salvaguardati 1.300 posti di lavoro.

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