In Italia è tornata l’età dell’oro del risparmio. Secondo i risultati di un’indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani presentato da Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi, nel 2025 il 58% degli italiani sta mettendo da parte denaro, il dato più alto degli ultimi vent’anni. Un boom che racconta un cambiamento profondo: il risparmio non è più solo difesa, ma anche progettualità e sostegno alle generazioni future.
Precauzione e pianificazione
Se il 36% risparmia per affrontare imprevisti, emerge con forza una nuova consapevolezza: il 38% pianifica con metodo, spinto da esigenze concrete. Questa nuova cultura del risparmio va oltre la prudenza e si avvicina a una forma di progettazione della propria sicurezza e stabilità finanziaria. Il dato è ancora più rilevante considerando che oltre il 90% dei laureati si dichiara finanziariamente indipendente.
Il mattone, in particolare la casa, continua a dominare il patrimonio degli italiani. Quasi l’80% vive in abitazioni di proprietà e anche tra gli over 60 il desiderio di comprare casa non si spegne: oltre il 7% ha intenzione di acquistare nei prossimi anni, spesso per lasciare un’eredità ai figli. Non a caso, il 70% degli anziani ritiene un dovere lasciare almeno la casa in eredità.
A crescere è anche la preoccupazione per la pensione: solo il 24,5% degli italiani ha aderito a una forma di previdenza complementare, nonostante l’inquietudine trasversale sul tenore di vita futuro. Ancora più basso il dato sulle assicurazioni sanitarie e Long Term Care: solo il 17,9% è coperto da una polizza per le spese mediche, un segnale di vulnerabilità, soprattutto in un contesto di invecchiamento della popolazione.
Investimenti prudenti
Il risparmiatore italiano resta prudente: le obbligazioni sono lo strumento finanziario più diffuso, mentre le azioni rimangono marginali, con meno del 5% degli intervistati attivi in Borsa. Anche per questo motivo, la sicurezza è ancora l’obiettivo prioritario di chi risparmia, anche se per la prima volta scende sotto il 50% delle preferenze. A pesare su scelte così caute è anche un livello di alfabetizzazione finanziaria ancora limitato, con solo 4 italiani su 10 che si dichiarano competenti.
Il focus dell’indagine si concentra sulla cosiddetta Silver Age, ovvero gli italiani tra i 60 e gli 85 anni. Sono risparmiatori attivi, con quasi due su tre che continuano ad accantonare parte delle proprie entrate. Non solo: molti di loro continuano a lavorare, anche dopo i 70 anni, e sono un pilastro del welfare familiare, offrendo sostegno economico e tempo a figli e nipoti. Il 12-13% ha in programma viaggi, non solo per svago, ma come forma di benessere psicofisico.
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