Bankitalia, i dazi Usa incidono negativamente sulla crescita mondiale

Bankitalia, i dazi Usa incidono negativamente sulla crescita mondiale© Shutterstock

Secondo Bankitalia, nonostante l’Italia si stia riprendendo dal punto di vista economico, anche grazie a un Governo stabile, c’è una situazione geopolitica – creata soprattutto dai dazi Usa – che mette in crisi la crescita mondiale. A lanciare l’allarme è il governatore dell’istituto, che segnala come il nostro Paese sia indietro sulla formazione professionale e sull’innovazione.

Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, si dice preoccupato per le scelte portate avanti dall’amministrazione Trump: “Potrebbe sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita mondiale nell’arco di un biennio”, ha sottolineato, indicando che “il rischio più profondo è un altro: cheil commercio, da motore di integrazione e dialogo, si trasformi in una fonte di divisione, alimentando l’instabilità politica e mettendo a repentaglio la pace”.

I punti chiave per migliorare la situazione futura

In questo quadro, è importante investire sulla difesa con “un programma unitario sostenuto da debito europeo”, ha detto il governatore di Bankitalia Panetta, analizzando gli effetti dei dazi Usa. In un’ottica di servizi globali a livello europeo, l’Italia deve recuperare evitando che “la concentrazione di potere” sia nelle mani di “poche grandi imprese globali”.

Il governatore ha messo in evidenza come “negli ultimi trent’anni, la produttività del lavoro nell’Unione europea è cresciuta del 40%”, si tratta di un risultato che indica un divario del 25% rispetto agli Stati Uniti. Un gap che si è ampliato dal 2019. Questo succede perché gli investimenti in ricerca e sviluppo, nel nostro Paese, sono insufficienti. 

Secondo Fabio Panetta, nell’intelligenza artificiale “i brevetti europei sono meno di un quinto di quelli statunitensi”. Mentre sarebbe necessario un mercato unico dei capitali: “È cruciale introdurre un titolo pubblico europeo”, ha spiegato. In questo modo partirebbero quegli investimenti in più, “per 150 miliardi di euro all’anno”, che servirebbero a far aumentare il Pil dell’1,5%.

In Italia, negli ultimi cinque anni, “il Pil è aumentato di circa il 6%”, insieme al tasso di occupazione che ha visto un incremento pari a un milione di unità r”aggiungendo il massimo storico di oltre 24 milioni”. Ma sulla crescita influisce la gestione del Pnrr. Secondo Panetta, “l’Italia ha finora ricevuto 122 miliardi e ne ha utilizzati oltre la metà”, tuttavia i numeri mostrano dei ritardi considerevoli.

A preoccupare, in prospettiva, è l’invecchiamento della popolazione: entro il 2040 il numero di persone in età lavorativa si ridurrà di 5 milioni. Infine, per quanto riguarda i conti pubblici, dopo i miglioramenti degli ultimi anni, è necessario “mantenere una politica di bilancio prudente” a causa dell’alto debito, ha concluso Panetta.

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