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Rai: 160 milioni in meno per il 2020

La perdita è dovuta a mancati introiti pubblicitari e da canone

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La crisi generata dalla pandemia si è tradotta in 160 milioni di euro di mancati introiti pubblicitari e da canone per il 2020: lo ha confermato ieri Fabrizio Salini, amministratore delegato Rai, in commissione di Vigilanza. “Questo, tenuto conto però anche del mancato acquisto del diritti per le Olimpiadi e degli Europei di Calcio e di alcuni altri fattori, ci consentirà di confermare per l’anno in corso gli obiettivi di bilancio previsti dal piano industriale che nella sua piena implementazione andrà ora riadattato passo passo alle condizioni generali causate dalla crisi economica che sicuramente avrà importanti ripercussioni sul 2021”, ha dichiarato.

Sarebbe già stato individuato un primo percorso finalizzato al contenimento della perdita (definita preoccupante) per il prossimo anno, “in buona parte derivante dagli impegni economici per gli eventi sportivi e le difficoltà del mercato pubblicitario”.

Per quanto riguarda il canone, il manager ritiene necessario un ragionamento che consenta alla Rai di recuperare quelle quote che oggi non arrivano alla tv pubblica, in particolare il cosiddetto extragettito (circa 105mln l’anno) e il prelievo del 5%, che vale circa 85mln l’anno. “Solo così potremo avere una Rai in grado di centrare tutti gli sfidanti obiettivi contenuti nel contratto di servizio”, ha spiegato, chiedendo che lo Stato riconosca la “funzione della Rai nella trasformazione digitale”, garantendole le risorse.

Per quanto riguarda i palinsesti autunnali, Salini ha evidenziato un incremento nella produzione interna (valorizzando tutti i centri di produzione Rai, ovvero Milano, Napoli, Torino e Roma) per un 41% rispetto all’autunno 2019, “il cui peso rispetto al totale dell’offerta cosiddetta a pubblica utilità immediata sale dal 69% all’80%”. Dal 14 settembre entreranno inoltre in vigore le policy per gli agenti, che dovrà evitare il conflitto di interessi tra agenti di artisti e conduttori.

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©UsRai