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Sostenibilità

EcoBricks, dalla plastica case e scuole per i Paesi in via di sviluppo

Il progetto dell’ambientalista Susan Heisse trova una soluzione ecologica per disoccupazione e scarsità di alloggi

La plastica è un materiale prezioso, ormai lo sappiamo bene: d’ora in poi potrà essere utilizzato anche per costruire scuole ed edifici. Il riciclo, oltre a fare bene all’ambiente, porterà occupazione e maggior benessere nei Paesi in via di sviluppo.

IL PROGETTO. Si chiama EcoBricks il progetto promosso dall’ambientalista Susan Heisse, che dai rifiuti ricava un vero e proprio tesoro. Gli EcoBricks sono, come dice il loro nome, dei veri e propri mattoni ecologici realizzati grazie alla lavorazione dei rifiuti plastici. La Heisse ha elaborato un programma educativo che, distribuito nelle scuole dei Paesi più poveri del mondo, insegna a gestire e riciclare i rifiuti, per poi utilizzarli per creare, appunto, gli Ecobricks.

COME SONO FATTI. Realizzare gli EcoBricks è semplice: le bottiglie di plastica gettate nei rifiuti, infatti, vengono recuperate per fare da mattone. Come? Riempiendole con altra plastica e rifiuti non organici in genere, che compattano la bottiglia rendendola adatta a diventare un “mattone” resistente e isolante. Un sistema, dunque, praticamente a costo zero, che non richiede macchinari e competenze particolari.

OCCUPAZIONE E ALLOGGI. Il progetto ha portato, in poco più di cinque anni (dura da 69 mesi), a costruire ben 60 scuole in Paesi in via di sviluppo quali Filippine, Guatemala, Sudafrica e molti altri. La soluzione green ha rappresentato un deciso miglioramento della qualità della vita delle persone coinvolte, rappresentando infatti una risorsa importantissima per risolvere problemi che da sempre affliggono il Terzo Mondo, quali la disoccupazione e la cronica mancanza di alloggi.