Connettiti con noi

Attualità

I numeri della scuola italiana

Dalla Fondazione Openpolis alcuni dati utili per comprendere la situazione (anche a livello logistico)

architecture-alternativo

Mancano ormai solo 4 giorni alla data ufficiale di riaperture delle scuole italiane (anche se non mancano quelle che hanno già accolto i loro studenti e altre rimarranno chiuse ancora un po’), quale modo migliore per fare un quadro della situazione di qualche numero? È il lavoro fatto dalla Fondazione Openpolis (Openpolis.it), che la raccolta dei dati ce l’ha nel proprio Dna. Ecco allora alcune cifre significative sul nostro sistema scolastico e, in particolare, il suo patrimonio edilizio.

6 mesi dalla chiusura della scuola, nel marzo scorso

Per i bambini un periodo molto lungo, in cui sono rimasti a casa 8,5 milioni di alunne e alunni. Una scelta inevitabile vista l’emergenza Covid, ma che chiaramente è pesata su ragazze e ragazzi, sulla loro condizione educativa, e ovviamente sulle famiglie. Per questo è ineludibile, dopo oltre 180 giorni, riaprire la scuola italiana in modo ordinato e in sicurezza.

1 metro il distanziamento previsto tra le “rime buccali” degli alunni

Per rispettare la distanza di un metro da bocca a bocca, le linee guida del Miur indicano varie ipotesi: riconfigurazione della classe in più gruppi di apprendimento; frequenza in turni differenziati; rimodulazione dei tempi e delle materie; ricorso (per le superiori) alla didattica a distanza. Opzioni tra loro molto diverse, soprattutto in termini di esperienza didattica vissuta bambini e ragazzi. In concreto, quali saranno le strade scelte dipenderà anche dallo stato dell’edilizia scolastica e dalla possibilità, ad esempio, di rimodulare gli spazi interni.

40.158 gli edifici scolastici statali in Italia

Le linee guida fissano prescrizioni e modalità di comportamento, ma le scelte operative, che devono adattarsi alla situazione di ciascuna scuola, sono rimesse ai singoli istituti in collaborazione con gli enti locali, sulla base dell’autonomia scolastica. Sarà dall’applicazione delle linee guida sul territorio che dipenderà il ritorno in aula di ragazze e ragazzi. Perciò è opportuno verificare, dati alla mano, quale sia la situazione dell’edilizia scolastica sul territorio.

77% gli edifici costruiti appositamente per uso scolastico

Il restante 23% nasceva con un altro scopo, ed è stato riadattato solo successivamente per questa funzione. Un dato che presenta ampie differenze territoriali, e che può aver influito – insieme ad altri fattori – sulla riadattabilità degli spazi didattici.

35% degli edifici scolastici è stato costruito negli ultimi decenni (dal ‘76 ad oggi)

Poco più di un edificio su 3 è di costruzione “recente”, ovvero costruito dalla seconda metà degli anni ‘70 ad oggi. La quota di edifici costruiti dopo il 1976 è più bassa soprattutto nelle città principali, dove i servizi scolastici si sono sviluppati storicamente prima. Ad esempio nei comuni polo, baricentrici in termini di servizi, il 31% degli edifici è stato costruito dopo il 1976, dato che sale al 37% nei comuni più esterni, da quelli di cintura a quelli periferici.

Credits Images:

Foto di Михаил Мингазов da Pixabay