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Attualità

Aziende: un libro per prepararsi al cambiamento (non sempre desiderato)

I contributi di alcuni dei principali esponenti della business community italiana per aiutare a gestire il turnaround in azienda. Tra gli intervistati, Francesco Caio di Saipem, Claudio Descalzi di Eni, Corrado Passera di Illimity, Silvia Candiani di Microsoft e Philippe Donnet di Assicurazioni Generali

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Il turnaround, termine con cui si indica genericamente il piano di risanamento di un’azienda in difficoltà, è stato sempre definito come un momento complesso, visto con un’accezione negativa. I tempi, però, sono probabilmente maturi per adottare una prospettiva differente e vedere questo processo nella sua continuità e nell’ambizione di introdurre in azienda quel cambiamento capace di turbare l’equilibrio che – naturalmente – ogni organismo cerca di raggiungere.

Unlock – Come trarre vantaggio dalle avversità

Per comprendere meglio come la trasformazione può diventare una leva strategica di crescita per il Paese e aiutare le aziende a sbloccare del tutto il proprio potenziale, Boston Consulting Group ha incontrato 20 tra i principali esponenti della business community italiana, Ceo ed esperti della materia. Ne è uscito un quadro articolato e stimolante, raccolto in un libro intitolato Unlock – Come trarre vantaggio dalle avversità, a cura di Giuseppe Falco, a.d. di Bcg Italia, Grecia, Turchia e Israele (Igti), Francesco Leone, Managing director & Partner Bcg e responsabile della practice Turn Igti, Marco Moretti, Managing director & Partner Bcg e Martin Reeves, direttore del Bcg Henderson Institute.

Gli intervistati – tra cui Francesco Caio, presidente di Saipem, Claudio Descalzi, Ceo di Eni, Corrado Passera, amministratore delegato di Illimity, Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia, Philippe Donnet, amministratore delegato di Assicurazioni Generali, parlano del futuro dell’Italia, e dell’urgenza delle scelte che il nostro sistema industriale è chiamato ad affrontare. In qualche maniera, sono un invito a cercare nuovi percorsi per generare valore. “Il nostro obiettivo è quello di far comprendere come – nella scelta di un percorso di turnaround – si determini spesso il destino di un’azienda nel lungo periodo”, commenta uno degli autori, Giuseppe Falco. “Questo lavoro vuole rappresentare un punto di partenza ideale e originale per una riflessione sul cambiamento delle aziende, basandoci su quelle che sono le esperienze dirette, i casi, il vissuto dei protagonisti all’interno di un contesto normativo in evoluzione. La nostra ambizione è stata di superare il presente e guardare al futuro dell’Italia e all’urgenza delle scelte che il nostro sistema è chiamato ad affrontare. Emerge forte la chiamata alla ricerca di nuovi percorsi che generino valore e aiutino a sbloccare il potenziale della nostra economia, ricca di eccellenze in molti settori-chiave per il futuro. Eccellenze che – con la giusta ambizione e il supporto di tutti gli stakeholder rilevanti – possono ambire a essere leader globali”.

Gli ingredienti per un turnaround di successo

Disciplina, intuizione, cultura, velocità. Nelle parole dei venti intervistati sono presenti tutti gli ingredienti per un turn di successo, che si conferma uno degli esercizi di management più affascinanti e complessi. Soprattutto, è uno degli strumenti più potenti per sostenere il rilancio del sistema industriale italiano, in grado di aiutare le aziende in crisi, o in rallentamento, a ritrovare la redditività e per sostenere la competitività in un processo di necessario miglioramento. “Se potessimo riassumere il concetto di turnaround in poche parole, potremmo dire che significa sapersi muovere con anticipo, combinando una moltitudine di innovazioni incrementali con un numero più ridotto di tentativi di innovazione radicale”, osserva Francesco Leone. “Questo processo genera un duplice beneficio perché, da un lato, si moltiplicano le probabilità di arrivare già preparati a cambiamenti ancora lontani, dall’altro un approccio di questo tipo sviluppa competenze che rendono l’organizzazione aziendale estremamente dinamica, agile e flessibile. Preparando la macchina a eventuali cambiamenti imprevisti e non sempre desiderati. Perché questo avvenga, bisogna coinvolgere tutta l’organizzazione – e tutti gli stakeholder con i loro punti di vista – in un processo di innovazione profonda e trasformativa, in cui l’elemento umano rimane centrale e imprescindibile”.

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Image by rawpixel from Pixabay