Connettiti con noi

Attualità

I partiti italiani non hanno più soldi. Ecco perché

La progressiva eliminazione dei rimborsi elettorali, la diminuzione delle donazioni e il calo dei tesseramenti stanno causando una crisi profonda

Nell’immaginario comune guadagnano montagne di soldi e conducono una vita molto agiata. In realtà, non per tutti i politici la carriera scelta è fonte di soddisfazioni economiche. Solo una ristretta minoranza si arricchisce, mentre molte delle persone impegnate nella politica, specie a livello locale e regionale, arrancano. Secondo il rapporto Openpolis-AGI “Partiti in crisi, analisi dei bilanci delle forze politiche tra 2013 e 2017”, ormai i partiti italiani sono rimasti senza fondi e faticano a stare a galla. La colpa? Stando al rapporto, la ragione principale è rappresentata dalla progressiva eliminazione dei rimborsi elettorali. In effetti, se nel 2013 il finanziamento pubblico (che era destinato anche a soggetti e liste elettorali oggi inattive o non più esistenti) per i partiti registrati ammontava a oltre 40 milioni, ora è drasticamente calato. Infatti, è stato sostituito dal 2×1000, la cui erogazione però è volontaria e dipende dalle scelte dei contribuenti: nel 2017, ha portato nelle casse dei partiti registrati oltre 15 milioni di euro, una cifra di gran lunga inferiore rispetto a quella automatica versata dallo Stato (oltretutto è la più elevata registrata negli ultimi quattro anni).

Le altre due ragioni della crisi dei partiti

Alla crisi dei partiti sta contribuendo anche la diminuzione delle donazioni. Per agevolare le offerte volontarie erano state introdotte delle agevolazioni fiscali. Eppure, tra il 2014 e il 2016, i contributi da persone fisiche sono calati del 38% e quelli da persone giuridiche del 67%. Male anche i tesseramenti. È vero che nel 2017 il 4,5% circa delle entrate dei partiti derivava dal tesseramento degli iscritti, ma pure in questo caso la cifra in termini assoluti è diminuita nel tempo.

Credits Images:

© Pier Marco Tacca/Getty Images