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Attualità

Imprese, ripartire in sicurezza: un vademecum per la fase 2

Una proposta del Politecnico di Torino in collaborazione con altri atenei del Piemonte e alcune realtà del territorio. L’indagine assicura espedienti “metodi semplici ed estendibili a tutte le realtà aziendali”, ma le attività produttive potrebbero richiedere circa un miliardo di mascherine al mese

Superata l’emergenza sanitaria, per far ripartire l’Italia sarà necessaria la completa riapertura delle attività produttive del nostro Paese. Sì, ma come procedere affinché le imprese operino in sicurezza e non si vanifichino gli sforzi messi in campo finora? Una proposta arriva da una task force di esperti tecnico-scientifici delle università piemontesi e di altre università e centri di ricerca coordinati dal Politecnico di Torino, che ha elaborato una serie di linee guida da applicare per l’avvio della cosiddetta Fase 2, quella della riapertura delle attività produttive. “Una volta ultimato, nei prossimi giorni, con il Politecnico invieremo questo documento al premier Conte, mettendo a disposizione del nostro Paese il lavoro di studio elaborato in Piemonte e che testeremo su un campione di realtà del territorio che si sono già rese disponibili”, spiega il presidente della Regione, Alberto Cirio. “Questo vademecum sarà uno strumento utile, scientificamente testato dal Politecnico e dai nostri atenei, per dare supporto concreto ai nostri imprenditori e far sì che si possa ripartire, ma in sicurezza”.

Gestire ingressi, turni e spazi: il nuovo compito delle imprese

Le numerose linee guida delineate dai gruppi di lavoro daranno indicazioni precise su come gestire la riapertura. Ad esempio, saranno fornite istruzioni su come gestire ingressi, turni e spazi: dalla distanza interpersonale da adottare in relazione alle superfici dei locali, all’organizzazione degli ingressi e degli spazi grazie anche all’adozione di dispositivi di monitoraggio non invasivo (telecamere IR, telecamere, “intelligenti”) nel rispetto della privacy, alla suddivisione dei lavoratori in squadre. Un punto chiave sarà l’utilizzo corretto di metodi semplici ed estendibili a tutte le realtà aziendali: i dispositivi di prevenzione del contagio, in primis le mascherine, la garanzia del distanziamento, l’igiene e la sanificazione dei luoghi.

Imprese: per ripartire fino a 1 miliardo di mascherine al mese

Già, le mascherine. L’indagine definisce che, ad esempio, per coprire il fabbisogno delle imprese piemontesi serviranno ogni mese 80 milioni di mascherine, 750 metri cubi di igienizzante mani, 38 milioni di guanti e 21.000 cuffie; per garantire la rilevazione della temperatura in ingresso, invece, saranno necessari 175.000 termometri. Per avere una stima del fabbisogno a livello italiano, bisogna moltiplicare questi dati all’incirca per 12 volte: si parla quindi di 960 milioni di mascherine per le imprese, ogni mese. È davvero attuabile una simile disposizione?Anche l’utilizzo delle tecnologie, secondo la task force, dovrà essere potenziato, in modo coerente e tarato sullo sviluppo tecnologico di ciascuna realtà aziendale. Le tecnologie suggerite vanno dall’impiego di diari online per il tracciamento a metodi di screening diagnostico rapidi, economici e applicabili in larga scala (es. temperatura con visori IR durante l’intera giornata lavorativa, app di autovalutazione dei sintomi, telediagnosi, ecc.), da attività di formazione online fino alle app per evitare di recarsi in luoghi nei quali già ci sono assembramenti, a sistemi di simulazione degli spazi e dei flussi, fino all’utilizzo della realtà virtuale per la formazione e il lavoro. Tecnologie suggerite che, sottolineano da Politecnico, saranno tecnicamente ed economicamente praticabili da tutti, le grandi come le piccole imprese.

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(Foto Getty Images)