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Toyota: pionieri per vocazione

Dopo aver creduto per primo nel futuro dell’auto elettrificata, ora il Gruppo guidato in Italia da Luigi Ksawey Luca’ sta puntando sull’idrogeno, non solo per rivoluzionare la mobilità

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Luigi Ksawery Luca’ è entrato in Toyota nel 2005 ricoprendo ruoli di crescente responsabilità nell’ambito delle direzioni Sales, Marketing e Product Planning sia di Toyota Motor Europe, sia di Toyota Motor Italia. Dal 2014 al 2017, ha assunto l’incarico di Direttore Sales Operations e Lexus per l’Italia. Nei tre anni successivi ha ricoperto il ruolo di Director Mobility& Connected Technologies per l’Europa. A gennaio 2021 è stato nominato Amministratore delegato di Toyota Motor Italia.

Dottor Luca’, come ci si sente a essere pionieri della sostenibilità per avere creduto, investito e lanciato per primi nel mondo le auto ibride, cioè elettrificate? Molto orgogliosi e consapevoli di aver contribuito in modo determinante alla diffusione della mobilità elettrificata, avendone dato l’avvio. Abbiamo creduto nell’ibrido e nelle tecnologie elettrificate oltre 30 anni fa, quando in pochi sostenevano che l’ibrido avrebbe avuto un futuro. Questa strategia ha portato all’introduzione di Prius nel 1997, l’emblema della tecnologia ibrida e, nel 2014 la Mirai, la prima berlina alimentata a idrogeno prodotta in serie. Oggi sono ben oltre 19 milioni le automobili Toyota e Lexus elettrificate che circolano sulle strade di tutto il mondo.

Avete ipotizzato quanta anidride carbonica è stata risparmiata all’atmosfera terrestre attraverso l’uso di Toyota e Lexus ibride in 25 anni di onorata carriera? Si certo. Complessivamente stimiamo una riduzione di 140 milioni di tonnellate di CO2 rispetto a quelle prodotte da automobili convenzionali. È un valore molto grande, pari alla quantità di anidride carbonica assorbita da 3 miliardi di alberi in un anno.

È giusto secondo il Gruppo Toyota abbandonare la tecnologia del motore termico? Vorrei essere molto chiaro. La vera sfida che abbiamo di fronte è quella di ridurre drasticamente le emissioni di CO2. Ed è importante farlo con un approccio pragmatico e non ideologico, utilizzando tutte le soluzioni tecnologiche a nostra disposizione. È quindi prioritario accelerare la diffusione di auto a zero emissioni, elettriche a batteria e a idrogeno. Ma anche che possano essere alimentate da energia verde, prodotta senza emissioni di CO2 e predisporre rapidamente un’adeguata infrastruttura per la ricarica elettrica e il rifornimento d’idrogeno. Crediamo anche che i motori endotermici possano continuare a fornire un contributo importante per molto tempo. Ci sono aree del mondo in cui il passaggio a una mobilità completamente elettrica richiederà molto più tempo e, per ridurre le emissioni, i motori endotermici, specie se utilizzati all’interno di soluzioni ibride e se alimentati da carburanti carbon-free, continueranno a essere la soluzione per una mobilità sostenibile ma anche accessibile.

Quindi Toyota continuerà a giocare su tutti i campi? La missione di Toyota è quella di garantire a tutte le persone la libertà di muoversi e per questo il nostro approccio è da sempre multi-tecnologico: continueremo a sviluppare tutte le forme di elettrificazione, sia quelle a zero emissioni, sia quelle a bassissime emissioni come l’ibrido plug-in e il Full Hybrid, per dare al cliente la possibilità più ampia di scelta. In particolare, il Full Hybrid, che rappresenta oltre il 70% delle nostre vendite in Italia, è oggi la risposta più immediata all’urgenza climatica, in quanto è accessibile, di facile utilizzo (non ha bisogno di infrastruttura di ricarica), e garantisce emissioni bassissime anche di inquinanti: le emissioni di ossidi di azoto-NOx sono inferiori di oltre il 90% rispetto ai limiti di legge.

Da qualche anno la ricerca del Gruppo Toyota si è spostata dall’ibrido all’idrogeno. Mirai a idrogeno è già in commercio. Davvero le fuel cell salveranno il mondo? Come Toyota vogliamo favorire un utilizzo più diffuso dell’idrogeno, da cui non possiamo prescindere se vogliamo decarbonizzare i consumi della nostra società. Per noi l’idrogeno è una soluzione complementare all’elettrico anche per la mobilità. I veicoli fuel cell come la Mirai emettono solo acqua, hanno già oggi una maggior autonomia rispetto a quelli elettrici e si riforniscono in soli cinque minuti. È il sistema di propulsione ideale per mezzi destinati alle lunghe percorrenze e per il trasporto pesante. Per questo motivo utilizziamo la tecnologia delle fuel cell per alimentare autobus, camion di grandi dimensioni, imbarcazioni e anche impianti stazionari. Inoltre, per accelerare la diffusione di questa tecnologia, già da qualche anno abbiamo reso gratuito l’utilizzo di circa 8 mila brevetti sulle fuel cell a idrogeno e stiamo costruendo in Giappone un’intera città che sarà alimentata a idrogeno.

Intanto il Gruppo Toyota ha messo nel mirino un ambizioso programma di produzione di modelli elettrici. Ce ne può parlare? Abbiamo da poco annunciato l’obiettivo di vendere 3,5 milioni di veicoli elettrici a batteria all’anno a livello globale entro il 2030. Entro la stessa data prevediamo di lanciare 30 nuovi modelli elettrici. In particolare, il marchio Lexus, che già oggi ha una gamma al 100% elettrificata in Europa, si prepara ad aprire un nuovo capitolo: sarà al 100% elettrico in Europa, Nord America e Cina entro il 2030, anno in cui venderemo oltre 1 milione di Lexus elettriche all’anno.

La prima Toyota elettrica sarà la Suv chiamata bZ4X. Bz è l’abbreviazione di “Oltre lo zero”. Quando arriverà sul mercato italiano? Anche bZ4X arriverà quest’anno e sarà il primo modello della nuova famiglia Toyota bZ, che sarà composta da sei automobili sviluppate sulla nuova piattaforma e-TNGA, completamente dedicata alle auto elettriche a batteria. Beyond Zero è la visione di Toyota e incarna l’ambizione del gruppo di contribuire a realizzare una società più equa e inclusiva, in cui tutte le persone possano muoversi liberamente e in totale sicurezza, e dove l’azzeramento delle emissioni sia solo un traguardo intermedio in un percorso verso la realizzazione di un mondo migliore.

Il punto critico resta la ricerca e la fabbricazione delle batterie. Come il Gruppo Toyota, che opera su 170 diversi mercati, sta affrontando questo problema?Per sostenere la nostra strategia di elettrificazione e soddisfare la richiesta di tutti i clienti, stiamo mettendo in opera un sistema di produzione e distribuzione flessibile delle batterie. Parallelamente, aumenteremo gli investimenti nella ricerca e sviluppo e nella rete distributiva fino a 2 trilioni di yen (circa 15 miliardi di euro), con l’obiettivo di realizzare batterie ancora più avanzate, di alta qualità e convenienti. La nostra capacità produttiva aumenterà fino a 280 GWh/anno entro il 2030 e contiamo di raggiungere nella seconda metà di questo decennio una riduzione del 50% del costo della batteria per veicolo, senza diminuirne l’autonomia, rendendo così i veicoli elettrici a batteria più vantaggiosi e accessibili.

Toyota sta costruendo una città futuristica vicino al Monte Fuji, progettata per provare e mostrare la guida automatizzata, l’energia sostenibile e la robotica per l’edilizia abitativa. Può spiegare meglio di cosa si tratta?Si chiama Woven City ed è il modello della città del futuro. Sarà una città rivoluzionaria, connessa, digitale e sostenibile, nella quale mezzi di trasporto, edifici e infrastrutture saranno connessi tra di loro, dove ci si sposterà solamente con mezzi a zero emissioni e l’idrogeno sarà la principale fonte energetica, rinnovabile e pulita. Sarà un laboratorio a cielo aperto al cui interno si potrà sia vivere, sia testare l’integrazione di nuove tecnologie come la guida autonoma, la robotica, la mobilità personale, le case smart e l’Intelligenza Artificiale. È un progetto che va oltre la mobilità e che incarna al meglio l’ambizione di Toyota di andare Beyond Zero, oltre lo zero.

Impegnarsi verso la sostenibilità è un’opportunità o un investimento obbligato di risorse?Penso entrambe le cose. La sostenibilità fa parte del nostro Dna e vogliamo dare un contributo concreto in questa direzione. Nel 2015 abbiamo definito l’Environmental Challenge 2050, piano che mira alla totale sostenibilità del ciclo di vita dei nostri prodotti e alla riduzione dell’impatto ambientale dell’intera attività industriale e commerciale del gruppo Toyota. Relativamente al prodotto, il nostro compito non si limita a fornire le soluzioni tecnologiche più green, ma accompagna chi le utilizza a sfruttarne al meglio tutte le potenzialità. L’anno scorso abbiamo introdotto i programmi del mondo Wehybrid, che incentivano concretamente i nostri clienti a guidare in maniera virtuosa e ambientalmente responsabile le nostre auto Full Hybrid. Ad esempio, con un prodotto assicurativo, la WeHybrid Insurance, in cui i chilometri percorsi a zero emissioni sono gratuiti.

Una cosa è tragicamente chiara: la transizione ecologica la pagheranno gli automobilisti. Sono indispensabili bonus e incentivi di stato?Più che per incentivare l’acquisto o l’utilizzo di un mezzo elettrificato, credo che un intervento pubblico sia prioritario e urgente soprattutto per accelerare lo sviluppo capillare delle infrastrutture di cui la mobilità elettrica ha bisogno, per renderla una scelta realmente fruibile da un numero più ampio di clienti, riducendo la necessità di stimolare la domanda con incentivi. Mi riferisco in egual misura sia alle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici, sia agli impianti di rifornimento d’idrogeno, per il quale il mercato va letteralmente aperto. In entrambi i casi stiamo accumulando un ritardo importante rispetto a molti altri paesi d’Europa e ciò non farà altro che rallentare il completamento della transizione.