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Faber-Castell e la via sostenibile al business

L’azienda leader nei prodotti per la scrittura è la dimostrazione che questa strategia, come spiega il suo a.d. Michele Piemontese, può aiutare a ridurre significativamente i costi di produzione oltre che il pianeta

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Più che alla voce costi, gli investimenti in sostenibilità ambientale per le aziende andrebbero inseriti nei “risparmi a lungo termine”. È la lezione che si apprende da Faber-Castell, una delle più antiche aziende al mondo, che ha avviato il proprio percorso green in tempi non sospetti, puntando sulle energie rinnovabili già a metà Novecento e avvicinandosi ormai al decimo anno di produzione a zero emissioni. Oggi, i suoi 10 mila ettari di foreste di proprietà a Prata, nel Sud-Est del Brasile, non solo neutralizzano le emissioni di carbonio di tutti i siti produttivi Faber-Castell nel mondo – rappresentando anche un habitat ideale per rare specie vegetali e animali – ma si sono dimostrate anche un’importante risorsa per la produzione di 2,3 miliardi di matite ogni anno, al riparo da variazioni di prezzo e qualità che il legname potrebbe subire da fornitori esterni. Di questo e delle strategie future dell’azienda abbiamo parlato con l’amministratore delegato di Faber-Castell Italia, Michele Piemontese.

Con i suoi 260 anni di storia, Faber-Castell è nata in un’epoca dove non esistevano ancora concetti come quello di impatto ambientale. L’azienda, però, è stata tra i precursori di un “approccio green” alla produzione. Quando e da dove nasce questa sensibilità per la sostenibilità ambientale?Faber-Castell La sostenibilità è nel nostro Dna. Fa parte della nostra storia ed è da sempre uno dei nostri valori più importanti. Citando solo alcune tappe significative di questo percorso “green”, già a metà degli anni 50 nel sito produttivo tedesco di Stein, sobborgo di Norimberga dove ha sede la casa madre, il 30% dell’energia proveniva da fonti rinnovabili. Una scelta d‘avanguardia in un periodo in cui le tematiche ambientali non avevano sicuramente la risonanza e l‘impatto che hanno ai giorni nostri. Da allora c‘è stato un progressivo ampliamento e oggi più del 80% dell’energia utilizzata dagli impianti produttivi di tutto il mondo proviene da fonti rinnovabili. Agli inizi degli anni 80 è partito il progetto di riforestazione in Brasile, un programma pioneristico che ci ha permesso non solo di diventare autonomi per l’approvvigionamento della materia prima ma, grazie al ciclo completo ecosostenibile, di ottenere nel 1999 la certificazione Fsc della propria produzione e nel 2012 a essere registrato dalle Nazioni Unite nel programma Cdm – Clean Development Mechanism. Questa nuova certificazione ha dato all’azienda il diritto di vendere certificati di emissione dalle foreste, come previsto dal protocollo di Kyoto, al fine di ridurre le emissioni di ossido di carbonio a livello mondiale. Infine, già nel 2014 la nostra è diventata un’azienda con produzione a zero emissioni, quindi a impatto zero, prima e unica del proprio settore.

Quanto ha pesato e pesa, sotto il profilo dei costi, l’aver adottato questa strategia sostenibile in azienda?Le foreste Faber-Castell in Brasile non sono solo un esempio in fatto di salvaguardia, ma fanno sì che l’azienda sia indipendente dalle variazioni di prezzo e qualità che il legname subisce, se procurato da fornitori esterni. Da quasi un secolo, poi, gli uffici a Stein sono riscaldati in parte grazie agli scarti derivanti dal legname, mentre una turbina ad acqua sopperisce al 25% della loro necessità energetica. Nell’arco dei decenni, i risparmi ottenuti grazie a materie prime ed energia hanno contribuito a continui miglioramenti nel processo di produzione e portato così a una significativa riduzione dei costi.

Già oggi le foreste di vostra proprietà assorbono oltre 900 mila tonnellate di CO2, fate affidamento sui materiali riciclati e siete stati anche tra i primi produttori a introdurre la tecnologia ecologica con vernici a base d’acqua. Quali sono i prossimi passi e su cosa bisogna ancora investire?Il rispetto per l’ambiente ci guida nella scelta di ogni materiale, processo di produzione, packaging, e ogni altro passaggio di controllo durante tutte le fasi del ciclo produttivo, compreso lo smaltimento dei rifiuti. Un esempio è quello che ha citato: l’utilizzo delle vernici ecologiche a base d’acqua per il rivestimento del fusto delle matite che Faber-Castell ha lanciato agli inizi degli anni 90. Nell’anno fiscale 2019/20, le emissioni di carbonio dei siti di produzione di Faber-Castell sono state ridotte di un ulteriore 26%, 12 mila tonnellate in più dell’anno precedente. Questa cifra è pari circa allo stesso ammontare di CO2 prodotta da una normale autovettura guidata per 70 milioni di chilometri! In relazione alla quantità di prodotti realizzati a livello globale, le emissioni sono state ridotte del 20%. Uno sviluppo di successo che può essere attribuito principalmente all’aumento dell’utilizzo di energia elettrica proveniente da fonti energetiche rinnovabili. L’obiettivo è di ridurre progressivamente la percentuale di plastica tradizionale, sostituendola con materiali riciclati. Dal 2016 molti articoli sono realizzati con materiale riciclato, ovvero con plastica riutilizzata. A tal fine, i rifiuti di plastica vengono elaborati e utilizzati come nuova materia prima nella produzione. Sempre più siti di produzione, come lo stabilimento di Engelhartszell, in Austria, ora utilizzano con successo il materiale riciclato, spesso anche per il packaging.

Il concetto di sostenibilità passa anche da quello di responsabilità sociale: quali sono le politiche attuate dall’azienda che la rendono maggiormente fiero di rappresentare Faber-Castell?Per secoli l’azienda ha perseguito una filosofia di correttezza, trasparenza e rispetto. E questa include, in particolare, un atteggiamento di attenzione verso i propri dipendenti, un impegno già iniziato nel 1844 quando Faber-Castell introdusse un sistema di assistenza sanitaria e un asilo interno per i figli dei propri dipendenti. Nel marzo 2000, Faber-Castell e il sindacato IG Metall hanno ratificato un accordo che si applica in tutti i Paesi, dando vita alla Carta Sociale di Faber-Castell che è una delle prime del suo genere con una portata così ampia. Sono molti gli elementi che sottolineano l’eticità della nostra azienda, dall’impegno a garantire, in tutte le sue filiali, le condizioni di parità di genere e le condizioni di lavoro raccomandate dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), all’attenzione verso i più deboli e fragili nei Paesi meno sviluppati. Un modus operandi che ci accompagna anche nella gestione del business quotidianamente.

Quanto il tema della sostenibilità è sentito tra i vostri consumatori?Le logiche di acquisto dei consumatori sono mutate notevolmente negli ultimi anni, e oggi il tema della sostenibilità è diventato un fattore di scelta imprescindibile. Secondo la ricerca di GFK, #WhoCaresWhoDoes, un numero sempre più alto di consumatori sta cambiando il proprio comportamento a causa della crescente sensibilità alle tematiche ambientali. Il 62% degli italiani preferisce acquistare prodotti da aziende attente all’ambiente, mentre il 36% delle famiglie dichiara di aver smesso di acquistare determinati prodotti a causa del loro impatto negativo sull’ambiente. E nel 2020, durante la pandemia, il tema dell’ambiente è rimasto in cima alle preoccupazioni dei consumatori: oggi sono più consapevoli, vogliono interloquire con aziende affidabili e responsabili, impegnate nel sociale e nel rispetto dell’ambiente e modulano i loro acquisti di conseguenza. Sta diventando un vero e proprio driver d’acquisto.

Si parla spesso di riduzione dell’utilizzo di carta e – di conseguenza – di inchiostro e matite in favore del digitale. Un’azienda leader di prodotti per la scrittura sposa questo approccio o si può essere sostenibili anche restando “analogici”?È un tema molto attuale, anche se non solo di questi ultimi anni. Ritengo che sia possibile essere sostenibili anche nel nostro settore e Faber-Castell lo dimostra con la sua politica a favore dell’ambiente da decenni. I concetti di analogico, di carta stampata e di utilizzo di materiali da scrittura non sono in contrasto con la sostenibilità, anzi, sempre più aziende stanno virando la loro produzione in questa direzione. Sempre in fatto di consumi, durante il lungo periodo di confinamento in famiglia, il segmento Art & Graphic di Faber-Castell, con prodotti creativi per bambini e adulti, è cresciuto del 30%. In tanti sostengono che la creatività sarà un mega trend del prossimo futuro: l’Art Therapy è oggi considerata un’ottima tecnica antistress e ogni giorno nascono movimenti collegati. Altri hobby creativi e analogici, come la pittura o la calligrafia, oppure i più recenti hand-lettering o bullet journal sono considerati efficaci tecniche di rilassamento, come contrappeso alle ore di lavoro davanti allo schermo del Pc.