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Intervista a Enrico Cereda, presidente e a.d. di Ibm Italia

A.I. – Accelera Italia è uno dei significati che in Ibm Italia danno all’acronimo di Artificial Intelligence. Un’altro è Augmented Intelligence. Perché la digitalizzazione guidata con consapevolezza, saprà valorizzare le potenzialità del Paese. Basta crederci

Ha un’azienda a cui pensare – Big Blue per i fan più stretti, Ibm Italia per gli altri, con 5 mila dipendenti tra le 13 sedi sparse su tutto il territorio nazionale, emanazioni di quella centrale nel milanese e delle due cadette di Roma e Torino –, eppure appena ci si siede intorno a un tavolo con Enrico Cereda, amministratore delegato e presidente della multinazionale con sede in quel di Segrate, a un tiro di schioppo dalla Mondadori, si intrattiene sui problemi del Paese: «Il 2018 è un anno di svolta, lo è per la nostra azienda – come ha sottolineato il nostro Ceo Ginni Rometty – e lo sarà ancora di più per il sistema Italia. Perché i dati positivi dell’ultimo anno e mezzo sono figli degli stimoli economici della Bce e del piano Industria 4.0, quando finiranno (e sarà presto), dovremo reagire facendo un salto di qualità. Altrimenti, non voglio fare un discorso politico, ma pur essendo d’indole ottimista, abbiamo diverse ragioni per cui preoccuparci. Non è mia intenzione dettare agende, ma è indubbio che se non agiamo per rendere la Pubblica amministrazione più vicina al cittadino e alle imprese, non interveniamo per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro recuperando le distanze tra quest’ultimo e la scuola, non creiamo le condizioni per attrarre investimenti esteri, i piccoli passi mossi verso la ripresa saranno vanificati.

L’Italia ha in sé le tutte le potenzialità e le qualità per emergere e fare la differenza. Servono, però, iniziative come quella del presidente francese Macron che ha messo sul piatto 1,5 miliardi di euro di investimenti per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, così come in Germania e Gran Bretagna sono stati strutturati dei sistemi che supportano gli investimenti in innovazione creando un circolo virtuoso tra multinazionali, imprese locali, start up e mondo universitario». Parla tutto d’un fiato Enrico Cereda, accennando il sorriso di chi non vuole puntare il dito contro qualcosa o qualcuno, ma condividere le responsabilità: «Sa come intendiamo in Ibm la sigla A.I.? Non solo come Artificial Intelligence ma anche come “Accelerare l’Italia”, perché vogliamo fare la nostra parte per aiutare il Paese a cavalcare il cambiamento imposto dalla trasformazione digitale».

L’intervista continua sul numero di Business People giugno!

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