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Lifestyle

Inverno in buca

Chi ha detto che a novembre e dicembre si debba per forza mandare in letargo la passione per il golf? I mesi freddi sono piuttosto il momento ideale per lavorare sulla tecnica e, perché no, sul proprio equipaggiamento

Se settembre è il tempo di migrar di “dannunziana” memoria, per chi gioca a golf è invece novembre il mese che annuncia, per qualcuno più che per altri (in funzione del clima della propria regione), la fase meno intensa della stagione. Almeno dal punto di vista strettamente agonistico. E se la passione è tale da indurre molti a sfidare le umidità più insinuanti e le temperature più rigide, è altrettanto vero che i mesi a cavallo della fine dell’anno spesso rendono pratica e gioco senz’altro poco agevoli e piuttosto scomodi. Mani fredde e abbigliamento più ingombrante possono così trasformare il piacere delle tanto attese 18 buche del week end in momenti che solo i più convinti decidono di affrontare.Se solo alcuni riusciranno (tempo disponibile e finanze permettendo) ad aggirare, almeno parzialmente, questo ineludibile ostacolo regalandosi qualche divagazione là dove il clima è più mite, tutti potranno sfruttare la fase invernale per momenti di riflessione, tecnica e strategica, tracciando un bilancio di ciò che ha funzionato, di come il gioco sia migliorato o quanto, al contrario, richieda interventi o integrazioni. La chiave può così risultare farsi assistere da un buon maestro per intervenire sulla componente fisicotecnica del movimento del golf; oppure dotarsi di strumenti (i bastoni) adeguati. E i mesi freddi possono essere quelli ideali per considerare, scegliere, provare le novità e, in vista del Natale, indurre e orientare qualche bel regalo. Vediamo, quindi, cosa sapere per valutare, per fare le domande giuste e non scoprire, tardi, che si è fatto l’acquisto sbagliato.

INFORMAZIONI E ACQUISTI IN RETEInternet sì o no? Al giorno d’oggi, dire no può apparire quantomeno improvvido. Sul Web è possibile trovare tutto o quasi ma, altrettanto da non trascurare, è possibile trovare “di tutto”. Lasciando a ognuno la scelta del canale cui rivolgersi, è indubbio che provare, toccare, confrontare i materiali (bastoni, abbigliamento, sacche o palline) per individuare ciò che si abbina a gusti, esigenze e caratteristiche tecniche e fisiche di ciascuno sia uno dei momenti più divertenti per il golfista, che si tratti di un neofita o di un navigato frequentatore di green e fairway. Qualcuno preferisce, ad esempio per i bastoni, avere tutto e subito, altri al contrario adottano un approccio graduale preferendo integrare periodicamente il set mano a mano che le esigenze si affinano. In questo può essere importante la buona conoscenza acquisibile dai giornali specializzati, dai siti dei marchi di attrezzatura o dei coach, anche internazionali, che spiegano pro e contro delle diverse alternative, arrivando più pronti al momento della valutazione e del possibile acquisto. Momento reso anche più efficace se supportato da aiuto e consigli di chi sa cogliere le caratteristiche e le aspettative dell’interessato. All’interno dei punti vendita, nella fase di “indagine”, la disponibilità di materiali da provare in campo (opzione offerta da molti rivenditori, oltre ai simulatori “da negozio”) unita alla competenza di esperti può risultare particolarmente efficace, consentendo di togliersi i dubbi e di provare le sensazioni e i risultati con i diversi tipi di bastoni. Altra figura decisiva è il proprio maestro, che può aiutare molto nelle scelte: nessuno meglio di lui è in grado di sintetizzare le informazioni tecniche e attitudinali per l’allievo e la sua evoluzione, indicando l’attrezzatura più adatta per l’oggi e per le successive fasi della sua crescita.

Pericoli online

Prezzi certamente competitivi (anche se con il trend del cambio eurodollaro alcune differenze si sono assottigliate), ma anche qualche dubbio su qualità e comodità di gestione delle operazioni. Premesso che la maggioranza dei siti di materiale golfistico rappresentano organizzazioni del tutto affidabili, è opportuno sapere che quasi sempre è necessario trattare in inglese. La logistica prevede tempi di consegna più o meno certi, ma richiede un indirizzo di consegna “presidiato” per evitare i mancati ritiri e quanto ne può conseguire. Di norma il prodotto è originale, ma non mancano casi (dai racconti di chi ha avuto esperienze in questo senso) di dubbi sulla qualità di quanto ricevuto e sulla effettiva corrispondenza rispetto a quanto ordinato.

PER CHI INIZIA E PER CHI È GIÀ GIOCATOREUn concetto che, a volte, si ascolta nelle chiacchierate tra giocatori o futuri golfisti è che, solo a partire da un certo handicap o solo dopo alcuni anni di esperienza, può valere la pena scegliere con attenzione l’attrezzatura di cui dotarsi, tanto all’inizio va bene un po’ tutto… Se è vero che dopo avere assestato lo swing può essere utile e più facile individuare i dettagli per personalizzare il mix di bastoni nella sacca, è altrettanto certo che partire con il piede sbagliato può avere effetti alquanto negativi proprio nella fase decisiva in cui è fondamentale non acuire le difficoltà di uno dei movimenti sportivi più complessi, lo swing. L’amico che gentilmente offre la propria sacca può risultare una delle strade più semplici ed economiche (in funzione di quanto è “gentile” l’amico…), ma può nascondere più di una insidia, in particolare quella di bastoni non adatti a chi, non solo è ai primi passi della sua personale e bellissima avventura golfistica, ma per caratteristiche fisiche può necessitare di altra attrezzatura. In questa fase appare molto utile, come detto, il ruolo del maestro, che saprà indicare come comporre la sacca e come completarla, integrarla e variarla per seguire l’evoluzione del neo golfista. Queste considerazioni valgono anche per chi sta già percorrendo il proprio cammino in questo sport. Sarà la frenesia che il nuovo attrezzo genera nel golfista, sia esso un ferro o un driver, un ibrido, un wedge o un putter, visto su una rivista o nella sacca di un amico, fatto sta che, anche tra giocatori di esperienza, l’acquisto d’impulso fa spesso capolino con effetti a volte terribili in campo e comportamenti che, anche di fronte all’evidenza dell’errore (shaft di durezze ingiocabili, loft che neanche sul Tour si vedono), mantengono bastoni impossibili a fare bella mostra di sé nella sacca.

Nella sacca è consentito portare fino a 14 bastoni (compreso il putter). È utile ricordare che, in gara, avere più bastoni dei 14 regolamentari comporta sanzioni in termini di colpi di penalità, con un massimo di quattro colpi per giro (due colpi per le prime due buche in cui l’infrazione si è verificata).

COSA SAPERE, COSA CERCARE, COSA EVITAREGli elementi che compongono i bastoni da golf sono il grip (l’impugnatura), lo shaft (la canna) e la testa (che ha il contatto con la pallina). Ognuna di queste componenti può avere proprietà molto diverse che, solo se scelte opportunamente, si adatteranno al meglio alle caratteristiche fisiche e tecniche di chi utilizzerà quei bastoni. Un grip di diametro più grande facilita e stabilizza la presa, ma limita in parte la mobilità dei polsi, con effetti positivi, per esempio, per chi, nel putting tende a far muovere eccessivamente le mani, ma diminuendo la possibilità di “lavorare”, come si usa dire, la palla nei colpi dal campo. È peraltro del tutto evidente che la dimensione diversa delle mani rende necessario avere misure proporzionate là dove si deve impugnare il bastone.Parlando di shaft, a parte la scelta di base tra acciaio e grafite, non sempre questa parte del bastone viene valutata con l’attenzione che merita, privilegiando spesso la testa. Se è vero che questa, avendo il contatto con la pallina, è importante, in molti casi la qualità dell’impatto è proprio determinata da come il giocatore è in grado di gestire lo shaft. La velocità e la ripetitività dello swing e la capacità di arrivare sulla pallina con il timing, l’allineamento delle varie parti del corpo e la faccia del bastone “square” (piatta, posizione da cui era partito lo swing) dipendono in grande misura proprio da come il giocatore sarà stato in grado di muoverlo. È, quindi, molto opportuno per ferri e legni valutare questa capacità e scegliere lo shaft che per flessibilità, peso, punto di torsione, materiale meglio si adatta.Per completare il quadro torniamo alla testa. Anche in questo caso, in funzione del tipo di giocatore (handicap, esperienza e struttura), le alternative sono innumerevoli. Se i blade (a lama), per ciò che riguarda i ferri, costituiscono per alcuni un punto di arrivo (testa e faccia di ampiezza contenuta rendono i colpi più precisi ma più difficili, per la ridotta superficie utile per colpire la pallina), molte sono le soluzioni disponibili che tecnica e tecnologia mettono a disposizione con l’obiettivo, grazie a teste più grandi e pesi distribuiti in modo sapiente, di semplificare l’impatto, riducendo gli effetti negativi dei colpi non perfetti. Anche per ciò che concerne i legni, dal driver in giù, l’evoluzione dei materiali, la forma e la dimensione hanno cambiato di molto questi bastoni, con l’attenzione sempre orientata al renderli più facili, con distanza e precisione accessibili anche a chi non sia dotato di velocità di swing e qualità tecniche eccellenti.

Oltre lo swing

Questo periodo meno propizio alla pratica è perfetto per approfondire quell’area del golf che punta l’attenzione su scelte di gioco e componenti mentali. Qualche buon libro, i siti di alcuni coach, anche “mental”, possono contribuire a capire che giocare e fare risultato (per molti unico sinonimo di divertimento) non significa solo colpire bene la palla, ma un mix di buono swing, buoni colpi e colpi “giusti”. Capire quando attaccare e quando no, la capacità di superare le difficoltà, dimenticare gli errori e non perdere il focus dopo i momenti euforici sono parte del bagaglio del giocatore che vuole il meglio da sé. Senza che ciò significhi essere campioni, ma solo godere appieno delle 18 buche.

PUTTING, CHE PASSIONE!Si tratta di una parte del gioco tanto fondamentale quanto, in generale, meno allenata di quanto si dovrebbe, dimenticando che tra il 30 ed il 40% dei colpi in campo sono effettuati sul green. Nella stagione meno clemente dedicarsi al putt può essere un’eccellente e proficua attività, anche perché richiede meno tempo e impegno di quella sul campo vero e proprio. Senza dimenticare la possibilità di fruire, ove disponibili, di centri indoor magari dotati di attrezzature e tecnologia per lo studio e l’analisi del movimento specifico del putting. Completando così il cerchio della ricerca del “giusto” set di bastoni.

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