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Lifestyle

Auto: attrazione totale

La prima a rompere la barriera del 4×4 è stata Audi, tuttora leader del settore. Ma Alfa Romeo, Lamborghini e tante altre case sono pronte a buttarsi sulle strade più impegnative a suon di cavalli e tecnologia

Arriva la brutta stagione e la trazione integrale rappresenta il massimo livello di sicurezza per i grandi e i piccoli viaggiatori. Ma è davvero così? La risposta è semplicemente sì, perché nella trazione suddivisa tra le quattro ruote meccanica ed elettronica si sono alleate per assicurare un grip capace di superare i trabocchetti disseminati da ghiaccio, neve, fango, con il fondamentale contributo delle gomme invernali. Tutto ebbe inizio nel 1983 quando il mercato dell’automobile venne scosso da un fulmineo golpe tecnologico: l’Audi decise di proporre l’intera gamma anche nella versione a trazione integrale, identificata dal marchio depositato “quattro”. Così una soluzione fino ad allora destinata solo ai fuoristradisti più incalliti e, proprio per questo motivo, considerata solo una rustica stravaganza, diventò di colpo non solo un appetitissimo status symbol, ma anche un modo per sconfiggere le insidie del “Generale Inverno”.

Da allora la casa tedesca raramente ha sbagliato un colpo ed è tuttora considerata sinonimo di un livello superiore di sicurezza, al punto che l’esordio di ogni suo nuovo modello “quattro” è un evento nel mondo degli appassionati di belle auto. E non fa certo eccezione alla regola la nuova Q5, Suv di medie dimensioni che nella versione precedente ha venduto in Italia la bellezza di 54 mila unità. Il prezzo è adeguato al blasone dato che la versione di punta, quella equipaggiata con un propulsore due litri a benzina da 252 cavalli, costa poco più di 53 mila euro. Ma in cambio si ottiene il massimo dell’hi tech formato 4×4: il sistema rileva ogni dieci millisecondi parametri come l’angolo di sterzata, le accelerazioni trasversali e longitudinali, la coppia del motore, e decide il da farsi, nel senso che se tutto risulta regolare si viaggia a trazione anteriore per passare istantaneamente all’integrale in caso di bisogno.

Se a Ingolstadt suonano le loro trombe, dall’Italia rispondono le campane di Alfa Romeo e Lamborghini sotto forma di due Suv ad alta motricità battezzati, rispettivamente, Stelvio e Urus. Per guidarli, però, bisogna portare pazienza perché il modello del Biscione (che beneficia dell’esperienza Jeep nel fuoristrada) arriverà nelle concessionarie la prossima primavera, mentre per domare il toro di Sant’Agata Bolognese (che essendo di proprietà Audi può attingere alla tecnologia dei quattro anelli) si dovrà aspettare il 2018. Ma l’attesa sarà ampiamente ricompensata se è vero che, come afferma Maurizio Reggiani, responsabile del reparto Ricerca e sviluppo Lamborghini, «la Urus sarà il Suv più veloce del mondo grazie a un motore da 600 cavalli».

Sono, invece, 340 i purosangue che fanno galoppare forte la versione top della Jaguar XJ, affusolata berlina che per la sua trazione integrale punta su una scuola opposta a quella frequentata dalla Audi Q5. A spingere sono normalmente soprattutto le ruote posteriori, mentre in caso di bisogno la coppia finisce per il 50% davanti. Se non è impegnativa sul piano della guida – oggi tutti i modelli Jaguar si possono ordinare in versione 4×4 – l’ammiraglia inglese lo è senz’altro sul fronte del prezzo, che è di circa 107 mila euro. Chi volesse tenersene in tasca quasi 70 mila, dovrebbe volgere lo sguardo su una 4×4 appartenente a una classe più economica, come la Ford Kuga nella variante con motore due litri a gasolio da 150 cavalli, dimostrazione ambulante che per usufruire dei servigi di un’integrale non si deve necessariamente svuotare il portafogli, dato che la differenza tra quella “normale” e quella a tutta motricità è di soli 2.500 euro. Preso nota del fatto che cambia ancora la soluzione tecnologica, dato che la Kuga è in grado di essere sia un’anteriore sia una posteriore al 100% con tutte le vie di mezzo del caso (a decidere è comunque sempre lei), ecco una scelta ancora meno dispendiosa sotto le forme grintose della Opel Mokka X. Il prezzo d’attacco delle versioni 4×4 è di 25.200 euro e con questa cifra ci si porta in garage una vettura capace comunque di garantire una potenza di 140 cavalli, grazie al contributo di un propulsore 1.4 a benzina particolarmente brillante.

RAFFAELE DE SIMONE (FERRARI)

LORENZO MEGOLI (AUDI)

Per chi tiene famiglia e, di conseguenza, preferisce puntare su una classica station wagon, la novità più interessante arriva dal Giappone. È la Mazda 6 con motore 2.2 a gasolio (175 cavalli, 40 mila euro) che tra i punti di forza ha un cambio automatico a sei rapporti che si può usare anche in manuale agendo sulle paddle poste dietro al volante, una modalità di guida che fa sembrare ogni papà agli occhi dei suoi figli una sorta di Vettel. Se, invece, si vuole puntare su un design che faccia più tendenza rispetto a quello di una sia pur moderna giardinetta, ecco la Volkswagen Tiguan, un razionale Suv alla tedesca da preferire nella versione 2.0 Tdi 4Motion da 150 cavalli. Si tratta ancora una volta di un’auto che normalmente va prevalentemente a trazione anteriore e che tra le raffinatezze ha l’Active Control, gestito da una rotella posta sul tunnel dietro alla leva del cambio. In concreto, il pilota può scegliersi una modalità di guida su misura per adattarsi a qualsiasi ambiente stradale, dalle piste nel Sahara ai laghi ghiacciati finlandesi. E, si sa, sono proprio le chicche tecnologiche come questa a far guadagnare sul campo la patente di automobilista dal palato fine…