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Italia e Francia firmano la Dichiarazione sui diritti in Internet

La presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, e il presidente dell’Assemblea nazionale transalpina, Claude Bartolone, hanno siglato il documento congiunto

Italia e Francia firmano la Dichiarazione sui diritti in Internet. A siglare il documento congiunto sono stati la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, e il presidente dell’Assemblea nazionale francese, Claude Bartolone, a Parigi. «L’Assemblea nazionale francese rappresenta uno dei luoghi simbolo nella storia e nello sviluppo delle moderne democrazie parlamentari, in Europa e non solo. È quindi particolarmente significativo che avvenga in questa sede la firma della nostra dichiarazione congiunta sui diritti in Internet», le parole della Boldrini, «è nei Parlamenti che devono essere affrontati i grandi cambiamenti che stanno attraversando le nostre democrazie: tra questi vi è sicuramente Internet, la rete. Uno spazio di cui dobbiamo preservare la capacità di libero sviluppo, di accesso e di neutralità. Un luogo dove i diritti della persona devono comunque trovare altrettanta tutela e vedere garantita la loro piena efficacia oggi minacciata da un’aggressione ai dati personali, da fenomeni violenti come il cyberbullismo, dalla creazione di oligopoli, dalla censura e dalla sorveglianza di massa».

NO ALLA DEREGULATION. Dopo la firma della Carta dei diritti di Internet (leggi qui), arriva un nuovo passo per la regolamentazione del Web. «La rete quindi come bene comune, principio affermato nella nostra dichiarazione congiunta, non può essere lasciato nelle sole mani dei privati», prosegue la nota della Camera, «né tanto meno in quelle dei governi autoritari, come succede purtroppo in molti Paesi. Non mi trovo d’accordo infatti con chi sostiene che per tutelare Internet è necessaria l’assenza di regole. Le regole infatti già ci sono ma sono dettate o dai grandi soggetti economici, che hanno di mira naturalmente il loro esclusivo tornaconto economico, ovvero da Stati che ne vogliono imbrigliare e limitare l’accesso come luogo di emancipazione e partecipazione democratica».

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© Chris Jackson/ Getty Images