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Hi-Tech

Data center: 7 tra le più belle cattedrali dei Big data

Se i dati rappresentano il petrolio del terzo millennio, in questa pagina vi presentiamo una selezione delle “raffinerie” più affascinanti

Dalle ricerche su Internet alle condivisioni social, dalle conference call alla didattica a distanza. I dati sono alla base di quasi tutto ciò che facciamo oggi e i data center – le infrastrutture che costituiscono il motore della Rete – sono alla base di quasi tutto ciò che realizziamo nella nostra vita digitale. Mai come ora, dopo un anno di pandemia, distanziamento sociale e smart working diffuso, il funzionamento di queste centrali di elaborazione dati è essenziale per far andare avanti il mondo.

Secondo un’analisi della società di consulenza Frost & Sullivan, l’investimento totale nel settore dovrebbe raggiungere i 26,15 miliardi di dollari entro il 2025 (dai circa 16,7 miliardi registrati nel 2019), a dimostrazione della continua crescita della domanda di storage. Oggi si contano oltre 7 milioni di data center nel mondo, che vanno dalle infrastrutture proprietarie delle piccole e medie aziende a strutture enormi, capaci di superare il milione di metri quadrati e consumare tanta energia quanto una città di medie dimensioni. Ad accomunarli l’aspetto, almeno al loro interno: file interminabili di computer sistemati in appositi scaffali (rack) e altrettanti impianti di raffreddamento, che lavorano 24 ore su 24 per fornire servizi e applicazioni ad aziende, Pubblica amministrazione e cittadini.

All’esterno, però, la musica cambia e negli anni sono nate vere e proprie cattedrali, anche nei luoghi più impensabili del mondo, come nel freddo del circolo polare artico o nelle profondità marine. Se davvero i dati rappresentano il nuovo petrolio, in questa pagina vi presentiamo una selezione delle più affascinanti raffinerie del terzo millennio.

Pionen (Stoccolma, Svezia) – A prova di bomba

Costruito come bunker antiatomico nel 1943, il Pionen è stato riconvertito nel 2008 dal provider di servizi internet svedese Banhof. É tra i più grandi data center del mondo e, nonostante sia situato a pochi passi dal centro di Stoccolma, è praticamente invisibile perché i suoi 1.100 metri quadri di spazio sono “sepolti” sotto 30 metri di granito. Il data center dispone di fontane, serre, luce diurna simulata e un enorme acquario di acqua salata. Il calore prodotto dai server viene riciclato nella rete di teleriscaldamento locale, rendendolo uno dei data center più ecologici al mondo.

Project Natick (Isole Orcadi, Scozia) – In fondo al mar

Il 50% della popolazione mondiale vive vicino alle coste, perché non dovrebbero farlo i nostri dati? Da qui nasce Project Natick, progetto di ricerca targato Microsoft e incentrato sulla possibilità di implementare in futuro data center sottomarini e alimentati esclusivamente da energia rinnovabile. Dalle analisi finora condotte questi “vascelli” sostenibili (realizzati con materiale riciclato e a loro volta riciclabili) si sono dimostrati sia più economici che più affidabili di quelli terrestri. Tra i vantaggi di un data center sottomarino, vicino alle coste, la possibilità di ridurre i tempi di latenza della Rete.

Green Mountain DC1 (Stavanger, Norvegia) – Con vista sui fiordi

Alimentato al 100% da energia idroelettrica rinnovabile, il data center DC1 di Stavanger sorge all’interno di un ex deposito di munizioni della Nato, completamente rinnovato dalla norvegese Green Mountain che, per raffreddare i suoi server, fa affidamento sulle acque del vicino e incantevole fiordo. Nonostante l’elevato livello di sicurezza dei server – tra i clienti di questo data center ci sono governi, istituzioni finanziarie e importanti aziende dell’It – il sito è visitabile da chiunque ne faccia richiesta (in periodo post Covid, naturalmente).

Google (Contea di Douglas, Georgia) – Il motore di Internet

É grazie a una rete di oltre 20 data center nel mondo che Google contribuisce al funzionamento di Internet 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Se l’aspetto esteriore di molti di essi può sembrare fin troppo ordinario – ma le cose stanno cambiando in diversi centri, come a Dublino, dove giganteschi murales abbelliscono le pareti degli edifici – all’interno si respira lo stile di Mountain View. Un esempio sono i colori delle migliaia di metri di tubature che corrono all’interno del data center in Georgia. I tubi non vengono dipinti con colori vivaci non solo perché è divertente ma anche per distinguerli: il tubo rosa in questa foto, ad esempio, trasferisce l’acqua dalla fila di refrigeratori (le unità verdi sulla sinistra) a una torre di raffreddamento esterna.

TX-1 RagingWire (Dallas, Texas) – Data center in vetrina

Nominato come uno dei data center più belli del mondo dalla rivista specializzata Data Center Dynamics, il TX-1 di RagingWire (gruppo Ntt Communications) è uno dei primi edifici di questo tipo a essere stato progettato anche come showroom, una sorta di biglietto da visita dell’azienda per media e investitori. L’edificio di circa 3.700 mq in vetro e acciaio è a prova di tornado ed è tra i pochi a offrire ai suoi dipendenti uffici di classe A. All’interno di questo data center, infatti, si trovano aree lounge dove poter rilassarsi e socializzare.

Pyramid Switch (Grand Rapids, Michigan) – La piramide

Con ogni probabilità unico data center al mondo a forma di piramide, questo edificio di sette piani, di cui due interrati, fu inaugurato nel 1989 da Steelcase con tutt’altra idea di utilizzo. La società specializzata in mobili premium per ufficio ne fece il suo centro di ricerca e sviluppo, almeno fino alla crisi economica del 2009-10. Ad acquisirlo la società di data center di Las Vegas, Switch, che ne ha fatto uno dei suoi centri più rappresentativi. L’edificio in vetro e granito ospita al suo interno un enorme pendolo di Focault, che offre ai visitatori la possibilità di contemplare la rotazione terrestre mentre aspettano i loro appuntamenti.

MareNostrum (Barcellona, Spagna) – Al servizio della scienza

Da luogo di culto a centro di ricerca scientifico d’avanguardia. É il destino della Cappella Torre Girona di Barcellona, oggi una chiesa sconsacrata che ospita MareNostrum, il supercomputer del Barcelona Supercomputing Center, il più potente di Spagna e tra i più performanti d’Europa. Installato in mezzo alle navate della cappella, all’interno di una camera di vetro climatizzata e insonorizzata, la potenza di calcolo di MareNostrum è interamente al servizio della scienza. I progetti di ricerca su cui è “al lavoro” spaziano dal cambiamento climatico alle cure per l’Aids e il cancro.

Credits Images:

La piramide di Switch (© Switch)