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Tsunami Big Data: “e-voluzione” in redazione

Infografiche, contenuti multimediali e social media cambiano il modo di fare informazione online

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Il Web detta le regole editoriali: infografiche, geolocalizzazioni, tagcloud, social media e contenuti multimediali entrano a pieno titolo nella cassetta degli attrezzi dei giornalisti. Queste nuove fonti di informazione si chiamano Big Data: collezioni di dati dalle dimensioni molto vaste che richiedono un processo di trattamento particolare a iniziare dalla selezione, all’acquisizione, alla condivisione, fino alla loro manutenzione.

Questo tema è stato trattato da quotidiani d’oltreoceano come il Financial Times e il New York Times –che ha realizzato il dossier l’Innovation Report. «Siamo molto orgogliosi della nostra inchiesta» ha dichiarato un portavoce del New york Times a Mashable a metà maggio di quest’anno, «è una schietta valutazione della nostra trasformazione digitale con indicazioni intelligenti, molte delle quali che abbiamo fatto nostre e a cui stiamo lavorando per attuarle».

Questa affermazione evidenza come l’evoluzione tecnologica sia fondamentale per il mondo dell’informazione. Infatti per i giornalisti, fare giornalismo nel Web, significa sapere integrare e inserire nel flusso redazionale informazioni e contenuti multimediali della Rete in un prodotto editoriale che soddisfi le necessità dei lettori: informazione, aggiornamento, chiarezza e trasparenza.

Per raggiungere questi obiettivi, Internet, con sofisticati programmi di analytics, permette un’accurata profilazione dei lettori, scoprendone la loro provenienza geografica, le loro preferenze in fatto di notizie. Queste informazioni sono preziose per le redazioni che, da un lato possono raggiungere più lettori su Internet e di conseguenza sul cartaceo, e dall’altro permettono di riorganizzare in real time il palinsesto delle notizie per generare più traffico on site.

Le conseguenze dello tsunami multimediale dei Big Data sarebbero di grande portata per l’editoria Web. Come spiega a ItaliaOggi Gabriella Franzini, amministratore delegato, cofondatore e azionista di EidosMedia, società italiana che distribuisce a livello internazionale software per l’editoria: «Bisogna riuscire ad avere una visione globale di tutte le notizie per poi dettare modi e tempi di pubblicazione. Per questo molte testate stanno integrando le redazioni cartacee e digitali, creando un’unità centrale che coordini il tutto».

Si tratta di un riassetto redazionale concepito all’insegna della flessibilità, per le regole interne, e della decentralizzazione per le strutture. In questo contesto è fondamentale la figura del social media editor il cui compito è: ottimizzare la diffusione di contenuti giornalistici in ambito social, coltivare i rapporti con la community di lettori, utilizzare i social media come “intelligence” per raccogliere dati, monitorare le tendenze e fare notizia, e offrire consulenza strategica al giornale online in materia di tecnologia.

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