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Svezia leader mondiale per reputazione. Italia fuori dalla Top 10

Il Paese del nord Europea viene considerato la nazione con più etica, con elevata trasparenza e bassa corruzione. Più credito per l’Italia, che si piazza davanti alla Spagna

Momento d’oro per la Svezia. Il Paese, che con la sua Nazionale di calcio sta sorprendendo tifosi e bookmakers al Mondiale di Russia, viene considerato quello con la reputazione migliore al mondo. Il gradino più alto del podio viene assegnato dall’indagine Country RepTrak di Reputation Institute, condotta nel primo trimestre 2018 su un campione rappresentativo della popolazione dei Paesi del G8 rispetto ai 55 Paesi con le economie più sviluppate. La Svezia è passata dal 3° al 1° posto ed è uno dei quattro Paesi con una reputazione considerata eccellente insieme a Finlandia, Svizzera e Norvegia. Con performance quasi tutti eccellenti, la nazione svedese è considerata la nazione più etica, con elevata trasparenza e bassa corruzione, nonché con le politiche sociali ed economiche più progressiste.Subito dietro la Svezia, la Finlandia che ha registrato la crescita più rilevante, passando dal 7° al 2° posto in graduatoria. Chiude il podio al 3° posto la Svizzera: è la prima volta, negli ultimi anni, che a occupare i primi tre posti sono tre Paesi europei.

La reputazione dell’Italia nel mondo

L’analisi di Reputation Institute ha preso in considerazione non solo il legame emotivo verso questi Paesi ma anche come le percezioni sulla reputazione guidino i comportamenti dei principali stakeholder sulla base di indicatori chiave come la disponibilità a visitare, vivere, lavorare, investire e studiare in queste nazioni. In questa classifica l’Italia si attesta in 13a posizione, con una reputazione forte pari a 75 punti, in crescita comunque rispetto allo scorso anno (+1,2 pt). Un giudizio controverso quello dei cittadini del G8 sull’Italia perché mentre da un lato aumenta il loro legame emotivo nei confronti del nostro Paese (siamo al 6° posto per attrattività del paesaggio), dall’altro pesa l’incertezza legata al futuro assetto politico-istituzionale, con riferimento al contributo alla comunità internazionale.

“L’impatto di una buona reputazione sui principali indicatori economici di un Paese è sempre più evidente anche se crescere l’attenzione nel legare la reputazione di un Paese e quella delle aziende che, di fatto, ne sono ambasciatori verso l’estero”, ha evidenziato Michele Tesoro-Tess, Senior Manager Emea di Reputation Institute. “È importante, soprattutto in un momento in cui gli stakeholder chiedono alle imprese un nuovo attivismo, che le aziende prendano consapevolezza del loro ruolo a supporto dell’attrattività di un Paese. Lavorare sulla reputazione delle aziende, in una prospettiva di business diplomacy, contribuisce a migliorare il racconto del contesto economico e, quindi, della reputazione del Paese”.

La sfida reputazionale degli Stati Uniti

Gli Stati Uniti anche quest’anno stanno affrontando una sfida reputazionale impegnativa con un reputazione debole a 56,4 punti. Sebbene gli Usa registrino un punteggio forte quando si considerano le politiche commerciali di promozione di brand di successo, oppure la percezione di Paese tecnologicamente avanzato, non sono comunque in grado di generare percezione positiva rispetto a etica, efficacia del governo e sicurezza. A livello nazionale, la reputazione degli Stati Uniti specificamente tra gli americani è scesa di 7 punti dall’elezione del presidente Trump.

Credits Images:

Lo svedese Ola Toivonen festeggia il successo per 3-0 contro il Messico a Russia 2018, che ha portato la sua nazionale a qualificarsi come prima per gli ottavi di finale © Getty Images