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Sud sempre più in difficoltà. In calo Pil, occupazione e investimenti

Il gap fra le regioni settentrionali e quelle meridionali continua a crescere. Per il Mezzogiorno la crisi è ancora attuale

In Italia, il divario nord-sud non accenna a diminuire, anzi. Dal Rapporto Sud presentato ieri a Reggio Calabria da Anci, Cresme e Svimez, emerge che il gap fra le regioni settentrionali e quelle meridionali continua a crescere. Innanzitutto per quanto riguarda il Pil. Se l’Italia centro settentrionale sta recuperando il Pil perso negli ultimi anni a causa della crisi, tanto che la differenza fra il 2008 e il 2017 è meno del 4,1%, il Mezzogiorno è ancora in grande difficoltà: il suo prodotto interno lordo, infatti, è tutt’oggi inferiore del 10% rispetto ai livelli del 2008. Se si pensa che i principali Paesi europei hanno addirittura superato i livelli pre-crisi, per esempio la Germania del 12,3% e la Spagna del 2,8%, la situazione meridionale appare ancora più preoccupante. Male anche gli investimenti: sia i fondi destinati alle opere pubbliche sia quelli strutturali destinati alle costruzioni sono fermi. I primi a 83 miliardi e i secondi a 44 miliardi. In crescita solo gli investimenti privati: secondo i dati presentati dalla Svimez ad agosto, nel 2017 sono aumentati del 3,9%, un dato positivo per il Pil, cresciuto dell’1,4%. Tuttavia le previsioni non sono positive: si prevede un graduale rallentamento per arrivare ad appena più 0,7% nel 2019.

Al sud problemi infrastrutturali e di occupazione

Il sud Italia rallenta anche sul fronte occupazione: negli ultimi dieci anni ha perso circa mezzo milione di giovani occupati e 228.000 abitanti. Sono molti i ragazzi, infatti, che decidono di emigrare: uno su quattro sceglie di fare l’università nelle regioni settentrionali o centrali, una scelta che indebolisce ancora di più gli atenei del Sud.Il divario nord-sud è anche di tipo infrastrutturale: se al nord ci sono 65 chilometri di ferrovie per 1.000 di superficie e al centro 59, al sud siamo fermi a 45 chilometri. La rete autostradale non cresce dal 1990 e le linee ad alta velocità presentano appena 122 collegamenti giornalieri, meno della metà di quelli dell’area settentrionale.La soluzione? “La chiave della ripresa del Sud è aumentare la quota delle attività produttive e migliorare il sistema delle infrastrutture economiche e sociali. All’interno del Def, dunque, se dobbiamo chiedere dei margini di flessibilità, devono andare agli investimenti, perché nel corso degli anni si sono ridotti soprattutto gli investimenti, in particolare, nel Mezzogiorno” ha risposto a Radio 1 il direttore Svimez, Luca Bianchi.