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Nexi e le altre app di mobile payment

Le app di mobile payment valevano 1,9 miliardi nel 2016: con Apple Pay e Samsung Pay (in arrivo) il mercato è destinato a crescere. Mentre Satispay continua a crescere nel mondo del fintech, arriva Nexi da Cartasì e Icbpi

Le app di mobile payment vogliono cambiare il mondo. Spuntano da tutte le parti, permettono di pagare con un dito, un selfie e presto anche solo con la voce. Ma come si si può orientare in questo mondo che valeva 1,9 miliardi di euro nel 2016 (dati Politecnico di Milano, su un totale di pagamenti mobile di 30 miliardi), cioè ben prima che arrivasse Apple Pay. E ora, con Samsung Pay chiamata allo sbarco a cavallo di fine anno, anche Nexi lancia la sua sfida.

Mobile payment app

L’ultima arrivata nel mondo delle mobile payment app è Nexi, nata dall’esperienza di Cartasì e dell’Istituto centrale delle banche popolari italiane (Icbpi). Quest’ultima società finanziaria, fondata nel 1939, si occupava per lo più di servizi di banche ma ha cambiato pelle e nel 2009 si è fusa con Cartasì, la società che gestisce le Visa e Mastercard emesse in Italia. Il nuovo gruppo è passato due anni fa per due miliardi di euro sotto il controllo dei fondi di investimento Bain Capital, Advent e Clessidra e hanno dato il via alla trasformazione in uno polo specializzato in pagamenti digitali lanciando la nuova app Nexi.

Cartasì-Icbpi ha gestito l’anno scorso 120 miliardi di euro in transazioni via carta sui 190 miliardi operati in Italia e gestisce 15 mila degli oltre 50 mila bancomat tricolori: è naturale che punti al ruolo di leader del mercato. «Vogliamo essere la PayTech delle Banche, vogliamo proporci come partner per vincere la sfida di far trasformare ogni pagamento in un pagamento digitale e per accompagnare e stimolare lo sviluppo dei digital payment nel nostro paese», sono state le parole di lancio del Ceo di Nexi, Paolo Bertoluzzo.

Nexy e il futuro del mobile payment in Italia

D’altronde, il Politecnico di Milano ha calcolato che nel solo 2016 le transazioni mobile sono aumentare del 63% e l’ingresso di nuovi attori sul mercato non può che provocarne un incremento. L’università ha anche registrato che sono sempre più diffusi gli smartphone adoperati come pos (point of sale, il terminale dei negozi): erano 85mila alla fine dello scorso anno (+21% sul 2015) e hanno transato 800 milioni di euro (+75% in dodici mesi). Nei prossimi tre anni potrebbero raggiungere una quota tra 1,2 miliardi e 1,6 miliardi.

Le previsioni della multinazionale Worldpay fissano nel 2019 il traguardo per il sorpasso dei pagamenti mobile sul totale su quelli con cash e carte di credito. Non potrebbe essere altrimenti, visto gli investimenti sul piatto. Le aziende di elettronica sono scese in campo – Apple, Android, Huawei e, appunto, Samsung – così come i colossi del web: Amazon, PayPal, Google e WhatsApp che si prepara. E se ci sono ostacoli legati agli accordi con le banche, ci pensa Boon ad aggirarli. Altrettanto hanno fatto i professionisti del denaro – dalle banche a Sisal, con Soldo –, così come le grandi catene commerciali (Carrefour) e le aziende di telefonia (Vodafone Pay e Tim Wallet). E poi c’è l’universo delle app “native”: Jiffy, Satispay, Tinaba.

Le migliori app

Scopriamo dunque le migliori app per il mobile payment in Italia:

Satispay

Satispay è l’app di mobile payment all’avanguardia in Italia e non solo. Consente di trasferire denaro ai propri contatti o pagare nei negozi tramite l’associazione he funziona attraverso un circuito collegato al proprio numero di telefono e all’Iban. Si può stabilire un budget settimanale, accreditato attingendo in maniera automatica dal conto bancario, e offre la possibilità agli esercenti di proporre promozioni o iniziative di fidelizzazione.

Da pochi giorni è stata inserita, prima italiana, nella classifica delle 100 realtà più importanti ed innovative nel settore del fintech da Kpmg e H2 Ventures. Satispay entra nella categoria “Emerging stars”, le stelle emergenti che si stanno facendo notare per il loro grado d’innovazione nel settore. L’azienda è stata fondata nel 2013 dall’idea di tre giovani italiani.

Jiffy

Jiffy è nata come app per i pagamenti da persona a persona per piccole transazioni, ma poi si è allargato anche al mondo del business. Sviluppato da Sia per inviare e ricevere denaro in tempo reale dallo smartphone, ha iniziato a stringere accordi con numerosi istituti bancari per permettere il pagamento di spesa tramite Qr Code.

Venmo

Venmo è un app di pagamento social, che serve ad effettuare piccoli pagamenti tra privati (cene, cinema, affitto) tramite smartphone. È possibile pagare chiunque abbia un account Venmo, usando il denaro depositato sulla piattaforma, oppure collegare il proprio conto bancario e carta di credito. La particolarità è quella di poter condividere questi momenti su Facebook con tanto di causale, attirando in questo modo un pubblico giovanissimo.

Apple pay

Apple pay è sbarcata in Italia a fine 2016 promettendo di rivoluzionare il mondo delle mobile payment app. Il funzionamento è semplice: basta avvicinare il proprio iPhone (ma funziona anche con iPad e Apple Watch) a un pos con tecnologia Nfc per pagare una delle carte di credito pre-caricate sul device. I pochi accordi tra Apple e le banche italiane finora ne hanno limitato la diffusione.

Samsung Pay

Si sta facendo attendere, ma Samsung Pay dovrebbe sbarcare in Italia a cavallo della fine del 2017 e l’inizio del 2018. Punterà sull’usabilità, a partire dalla virtualizzazione della carta di credito fino al momento del pagamento vero e proprio, che sarà completato anche a schermo spento. Inoltre, grazie a una tecnologia che simula la banda magnetica, sarà utilizzabile anche con i pos privi di tecnologia Nfc.

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