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Italia: il mercato immobiliare oltre la crisi. Tocca quota 11,3 miliardi

Milano la città italiana più in fermento, rappresenta il 55% del mercato totale del nostro Paese, in crescita anche Roma. Il mercato globale vola grazie ai capitali asiatici, Londra si conferma la città più richiesta. Il report di Cushman & Wakefield

Quinto anno consecutivo a segno più per il mercato immobiliare in Italia che, almeno sulla base dei volumi di investimento, supera i valori record registrati nel periodo precedente alla crisi finanziaria. Lo scorso anno, in base al report Global Investment Atlas 2018 realizzato da Cushman & Wakefield (in anteprima qui sotto), il nostro Paese ha toccato quota 11,3 miliardi di euro di investimenti immobiliari (+18% su base annua), circa 500 milioni di euro in più rispetto al 2007, e si prevede un andamento positivo anche per il 2018.

Milano guida gli investimenti immobiliari in Italia

Gli uffici si sono confermati il settore di riferimento per gli investimenti (circa 40% sul totale), registrando volumi in ulteriore crescita rispetto all’anno precedente (+17%). Milano è stato il mercato più dinamico (circa 55% del totale) continuando ad attrarre nuovi investitori, ma Roma ha registrato un crescente volume di investimenti (circa 25%) iniziando a rappresentare una reale alternativa al mercato della capitale finanziaria.

Crescita record a livello globale (grazie ai capitali asiatici)

Il 2017 è stato un anno record anche a livello globale, dove gli investimenti immobiliari hanno toccato quota 1,62 trilioni di dollari a fronte di 1,43 trilioni del 2016, con un’ulteriore crescita prevista nel 2018. A trainare la crescita sono stati gli investitori asiatici, che rappresentando oltre la metà del capitale complessivamente investito (52%). Inoltre, la continua crescita delle fonti di capitale nella regione asiatica fa prevedere un periodo caratterizzato da una loro presenza predominante.

Secondo il report, gli investitori globali dell’area Asia Pacifico (Apac) hanno aumentato la loro esposizione nella maggior parte dei mercati, con una sola eccezione di rilievo rappresentata dagli Stati Uniti, dove una serie di fattori, tra cui la fase del ciclo di mercato, l’incertezza sulle politiche americane e il controllo dei capitali domestici in Cina, hanno complessivamente portato a un calo delle attività.

Le perdite del Nord America hanno favorito l’Europa, dove gli investimenti provenienti da fonti asiatiche sono aumentati del 96% nel corso dell’anno, principalmente grazie a una serie di transazioni su larga scala, tra cui l’acquisizione di piattaforme fondamentali per la realizzazione della Belt and Road Initiative cinese.

Europa: Regno Unito e Germania i mercati più richiesti. Londra “dimentica” la Brexit

Il Regno Unito e la Germania si sono confermati i mercati più richiesti della regione: il Regno Unito ha chiuso l’anno registrando un volume totale di investimenti superiore del 3,9% a quello della Germania, dove la limitata offerta di prodotto ha lasciato insoddisfatti i numerosi investitori pronti a investire. A livello di città, Londra si conferma la destinazione più ricercata dagli investitori internazionali, poiché i timori legati alla Brexit sono stati mitigati grazie alla fiducia nell’attrattività della città nel lungo periodo, e al calo della sterlina che ha reso estremamente interessanti le opportunità per gli investitori cross-border.

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Photo by Matteo Raimondi on Unsplash