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«Billy tax»: la Ue contesta a Ikea un miliardo di elusione fiscale

Non ci sono solo i colossi hi tech nel mirino del fisco europeo: ora tocca alla multinazionale svedese dei mobili

Ikea, la Ue contesta un miliardo di elusione fiscale. Non ci sono insomma solo i colossi hi tech nel mirino del fisco europeo: ora tocca alla multinazionale svedese dei mobili. Dopo aver avviato il dibattito sulla web tax che sta cominciando a far pagare Google, Apple, Facebook e Amazon le tasse nei Paesi dove realizzano gli utili, ora la Commissione europea pensa a una sorta di “Billy tax”. Nel mirino del fisco europeo c’è ora Ikea per una serie di operazioni societarie in Olanda che avrebbero consentito al colosso svedese dell’arredamento di evadere ed eludere quasi un miliardo di tasse fra il 2009 e il 2014.

Ikea, la Ue contesta un miliardo di elusione fiscale

La Ue contesta un miliardo di elusione fiscale a Ikea perché, secondo le rivelazioni del Financial Times, la multinazionale svedere avrebbe creato due distinti gruppi attraverso una rete di società in Olanda, Lussemburgo e Liechtenstein, attraverso le quali era in grado di movimentare gli utili e avvantaggiarsi di minori imposte. Ora gli uffici dell’Antirust della Commissione europea, guidati da Margrethe Vestager, dovranno condurre un’inchiesta per accertare se Ikea, in questo modo, ha violato le regole europee. Ikea ha versato 825 milioni di tasse nel suo esercizio finanziario fino alla fine di agosto su un utile prima delle imposte da 3,31 miliardi. La consociata Inter Ikea, proprietaria del marchio e del concept, ha pagato 241 milioni su un utile ante imposte di 1,15 miliardi.

La grande battaglia della Commissione europea contro le multinazionali ha portato dal 2013 a esaminare oltre mille accordi fiscali tra Stati membri e società multinazionali. Nelle cinque inchieste concluse fino a oggi, i funzionari hanno ordinato a quattro Stati Ue di recuperare tasse eluse da quasi 40 società tra cui Apple, Starbucks e Amazon. Questi accordi «distribuiscono un trattamento fiscale preferenziale a società selezionate», ha spiegato recentemente la Vestagher. «Il nostro lavoro non è ancora finito: apriremo indagini ogni volta che ci saranno indicazioni su possibili aiuti di Stato».