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La California approva la legge sulle quote rosa nei cda

A distanza di anni dall’Europa, ora anche gli Stati Uniti decidono di inserire più donne nei board delle società quotate

Chi l’ha detto che gli Stati Uniti sono sempre un passo avanti rispetto agli altri? In certi casi, non sono certo un modello da seguire. A partire dalle questioni di genere. Se in molti Paesi europei la legge sulle quote rosa nei consigli di amministrazione delle società quotate è in vigore da tempo, in America è stata approvata solo ieri. Ed esclusivamente in California che, come spesso capita nella Corporate America, è lo Stato che fa da apripista. La riforma obbliga le aziende quotate con sede nel “Golden state” ad avere almeno una donna nel proprio cda entro la fine del 2019 e stabilisce che dal 2021 i board composti da almeno cinque membri, a seconda della loro dimensione, dovranno annoverare fra i propri membri almeno due o tre donne. Pena una multa. “È ora che i cda delle aziende includano persone che rappresentano più della metà della popolazione americana” si legge nella lettera con cui Jerry Brown, governatore della California, promulgava la norma.

La legge sulle quote rosa nei cda si riflette sui colossi della Silicon valley

A essere interessati dalla legge sulle quota rosa saranno tutte le società della Silicon valley, e in particolare i colossi dell’hi tech, che hanno un consiglio di amministrazione con più di sei membri. A partire da Facebook, che ha un cda composto da nove membri, di cui solo due di sesso femminile. Ma anche Tesla (due su nove), Alphabet (due donne su 11) e Apple (due su 11). In realtà, Facebook e Alphabet si sono portati avanti: già qualche tempo fa hanno dichiarato di essere alla ricerca di donne e altri candidati che rappresentano minoranze da inserire nei loro consigli.Dopo la decisione della California, altri Stati americani potrebbero decidere di approvare una legge sulle quota rosa nei consigli di amministrazione delle società quotate. Del resto, secondo uno studio di PwC, solo il 25% delle aziende dello S&P 500 (paniere azionario formato dalle 500 aziende statunitensi a maggiore capitalizzazione) ha più di una donna nei propri board.