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Le aziende familiari sono meglio di quelle a controllo pubblico

Le aziende di famiglia riportano risultati migliori, programmano più a lungo e investono di più in ricerca: i dati di Credit Suisse premiano il modello italiano

Le aziende familiari ottengono migliori performance e hanno maggiori possibilità di crescita rispetto alle public companies. Inoltre, le imprese guidate da famiglie storiche investono di più in ricerca e sviluppo, hanno maggiore propensione ad investire con capitale proprio, hanno prospettive e strategie di lungo periodo, hanno una gestione attenta del problema successorio. Insomma, il controllo familiare spesso indicato come una debolezza è invece un fattore competitivo. A dirlo è un recente report del Credit Suisse che sottolinea in particolare che le aziende di famiglia evidenziano un approccio conservativo e a più lungo termine, che porta livelli superiori di crescita e redditività.

Le aziende familiari fanno meglio delle public company

Le aziende familiari sono l’emblema del modello italiano. Secondo l’associazione di categoria Aidaf, le imprese di famiglia sono 784 mila che vuol dire l’85% del totale delle aziende italiane, responsabile del 70% dell’occupazione totale. Tra i dati da sottolineare, ci sono in particolare la programmazione di lungo periodo che si traduce in una migliore patrimonializzazione, mentre l’indebitamente è stato del 20% inferiore in meria rispetto a quelle a controllo pubblico. Anche perché vengono pagati dividendi inferiori.

Il fenomeno non è solo italiano e, anzi, in Asia e negli Stati Uniti gli investimenti in ricerca e sviluppo delle aziende familiari sono stati superiori a quelli delle concorrenti a controllo diffuso. I dati di Credit Suisse dicono perciò che dal 2006 le imprese familiari hanno sovraperformato costantemente rispetto ai propri concorrenti in ogni area geografica e settore, indipendentemente dalle loro dimensioni. E questo perché la catena di comando è corta e permette una maggiore agilità sul mercato.

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I tre modelli dell’azienda familiare

L’osservatorio Aub dell’Università Bocconi ha recentemente descritto tre possibili modelli di successo per le aziende familiari. Il primo è quello del “fondatore bravo”, in molti casi non più giovane, che favorisce il successo dell’azienda con qualsiasi modello di governance (chiusa o aperta ai non familiari) e in aziende di qualsiasi dimensione. Poi c’è la “governance chiusa” per aziende piccole, caratterizzato da una governance chiusa ai non familiari sia a livello di leadership che di Consiglio di Amministrazione (CdA), che funziona bene soltanto in contesti più semplici e limitati dal punto di vista dimensionale. Infine, c’è il modello “per la crescita”, che interessa le aziende di maggiori dimensioni (con ricavi superiori a 50 milioni di euro), dove il fondatore non è più alla guida dell’azienda ed è presente una governance aperta all’esterno con un leader giovane al timone.