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Addio Monarch, ma che succede alle compagnie aeree?

La compagnia britannica finisce in amministrazione controllata dopo 50 anni di attività, 110 mila clienti a terra e rimpatri garantiti dal governo

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Anche Monarch resta a terra. La compagnia aerea britannica finisce in amministrazione controllata all’improvviso, immobilizzando il futuro di 2.100 dipendenti e di 110 mila viaggiatori. Tutti i 35 aerei sono bloccati nei parcheggi degli aeroporti, come accadde a Swissair nel 2001, quando la compagnia svizzera lasciò negli hangar tutti gli aeromobili. Monarch è già più “avanti”: da oggi tutti gli apparecchi in leasing saranno restituiti ai proprietari. Sono stati nominati amministratori straordinari del vettore Blair Nimmo, Jim Tucker and Mike Pink di Kpmg.

Addio Monarch, ma che succede alle compagnie aeree?

In un mercato in ripresa come quello dei trasporti aerei, si registra così il terzo fallimento negli ultimi mesi dopo Alitalia e Air Berlin, proprio mentre continuano le cancellazioni dei voli di Ryanair in seguito alla mancanza di piloti. Resteranno a terra altri 300 mila passeggeri che avevano già prenotato i loro voli, mentre il rimpatrio di chi si trova all’estero sarà garantito dal governo di Londra con una delle operazioni di rimpatrio più estese e complesse dai tempi della Seconda guerra mondiale.

Il gruppo comprendeva anche un tour operator e una divisione ingegneristica. Dalle sue quattro principali basi britanniche trasportava circa sei milioni di passeggeri l’anno su oltre quaranta destinazioniIl fallimento di Monarch colpisce anche l’Italia: sono infatti cinque le rotte che dalla Gran Bretagna collegano aeroporti italiani: Roma Fiumicino, Napoli, Torino, Venezia e Verona. La compagnia sta informando tutti i passeggeri e li sta invitando a “non recarsi in aeroporto” per nessun motivo se non se si è in possesso di un volo alternativo. Compagnia charter trasformatasi in una low cost a partire dal 2014, Monarch è in un certo senso vittima delle tensioni internazionali: a esserle fatale è stato infatti il crollo della domanda di voli per Egitto e Turchia.