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Sostenibilità

Clima: e nessun Paese del G20 rispettò gli obiettivi di Parigi

L’Italia pecca per un uso eccessivo di combustibili fossili e uno basso di energie rinnovabili. Servono nuove strategie e nuove foreste

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A che punto siamo con gli accordi sul clima sottoscritti nel 2015? Siamo indietro, molto indietro. Nessuno dei Paesi del G20, infatti, è in linea con gli obiettivi indicati nel Piano di Parigi. A fare il punto della situazione è Brown to Green, uno studio pubblicato da Climate Transparency che, con il sostegno di 14 organizzazioni di ricerca, ha analizzato le performance di ogni singolo Stato sulla base di 80 indicatori differenti. Ebbene, nessuno ha meritato la piena promozione. Addirittura, lo scorso anno le emissioni dei “magnifici 20” sono aumentate in tutti i settori (in media dell’1,8%), soprattutto in quello edile. Considerando che i Paesi del G20 sono responsabili di circa l’80% delle emissioni globali di gas serra, è chiaro che gli obiettivi prefissati per il 2030 appaiono sempre più irraggiungibili. E non è finita qui. In queste Nazioni, fra il 1998 e il 2017, gli eventi climatici estremi hanno causato la morte di circa 16mila persone e una spesa di 142 miliardi di dollari. Senza nuovi interventi, sarà impossibile contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 gradi centigradi rispetto al periodo pre-industriale.

Nemmeno l’Italia non è in linea con gli accordi di Parigi sul clima

E l’Italia come si sta comportando? Non bene. Iniziamo dalle emissioni. Nel 2016, le emissioni di gas serra pro capite erano 6,8 tonnellate, lievemente sotto la media del G20 (7,5) e dell’Ue (7,9), con un trend in calo del 16% dal 2011. Peccato che, invece, quelle legate ai trasporti e all’edilizia (che comprendono riscaldamento e consumo di elettricità) siano ancora troppe: nel 2018 le emissioni pro capite dei trasporti hanno raggiunto le 1,67 tonnellate di anidride carbonica, e quelle del settore edilizio le 1,8 tonnellate. Ma il nostro vero punto debole è un altro: i combustibili fossili. A oggi, infatti, rappresentano ancora il 79% del mix energetico italiano: del resto l’Italia ha ricevuto 11,6 miliardi di sussidi, di cui il 98% è stato destinato al consumo e il 2% alla produzione. Le energie rinnovabili si fermano al 40%. Nel rapporto si suggerisce di elaborare strategie a lungo termine, anche per la ristrutturazione degli edifici esistenti in termini di efficienza energetica, eliminare le sovvenzioni ai combustibili fossili entro il 2025, adottare una carbon tax e creare “nuove foreste” come serbatoio green (dal 2001 al 2018 abbiamo perso 299 chilometri quadrati di boschi).