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Attualità

World Happiness Report 2018: il record della felicità va ai Paesi del nord

Gli italiani possono puntare su una buona aspettativa di vita e un discreto prodotto interno lordo, ma per il resto c’è poco da gioire

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Finlandia, con 7,63 punti, Norvegia, con 7,59, Danimarca con 7,56, e Islanda, con 7,50: sono questi i Paesi in cui più di tutti regna sovrana la felicità. Perlomeno secondo il World Happiness Report 2018, un’indagine che coinvolge ben 156 stati, con l’obiettivo di scoprire quali sono quelli in cui si vive meglio e in maniera più serena. Per l’edizione di quest’anno sono stati presi in considerazione sei parametri: il prodotto interno lordo pro-capite, la generosità degli abitanti, la serenità nel poter compiere scelte di vita, l’aspettativa di vita, la percezione di corruzione all’interno del paese, il supporto sociale. Inoltre, gli autori hanno voluto aggiungere un settimo criterio: come un ipotetico paese chiamato Dystopia percepisce le altre nazioni sulla base delle precedenti sei variabili.A vincere questa speciale classifica sono le nazioni del nord, dove del resto i primati tecnologici e ambientali vanno di pari passo con l’educazione alla libertà, l’equità sociale e di genere. “I primi cinque Paesi hanno valori elevati per i sei indicatori di felicità e si sono alternati al primo posto in classifica sin dal 2012. La Finlandia è anche in cima alla classifica della felicità degli immigrati” spiega John Helliwell, del Canadian Institute for Advanced Research, che con Richard Layard, del Centro di LSE for Economic Performance, e il professor Sachs, realizzano il rapporto partendo dall’analisi Gallup International 2015-2017.

La felicità non è di casa in Italia

L’Italia, invece, è lontanissima dal podio. Con sei punti complessivi, è solo 47°, dietro a Paesi come Uzbekistan, Kuwait e Tailandia. Se consideriamo solo l’aspetto economico e analizziamo dunque il prodotto interno lordo (GDP per Capita) non siamo messi malissimo, tanto che occupiamo la 30° posizione. Ma se prendiamo in esame aspetti più “sociali”, il quadro diventa decisamente più preoccupante. Basti pensare che nella voce “grado di libertà nel poter fare scelte di vita” ci posizioniamo solo al 133° posto, mentre nella “percezione di corruzione all’interno del proprio paese” sprofondiamo ancora più in basso, classificandoci dietro a 143 stati. Perlomeno abbiamo un’ottima aspettativa di vita, tanto che in questo ambito rientriamo nella top ten, con un meritevole 6° piazzamento.