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Prodotti italiani tra i più contraffatti al mondo. I rischi per le pmi

L’11% dei sequestri globali di merci che vìolano i diritti delle piccole e medie imprese riguardano aziende tricolori, terze al mondo a subire tali infrazioni, precedute soltanto da quelle statunitensi e svizzere

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Image by rawpixel.com

 

Per la prima volta l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo) e l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (Ocse) hanno pubblicato uno studio specifico sull’impatto della violazione della proprietà intellettuale sulle piccole e medie imprese. La ricerca offre importanti spunti di riflessione sull’impatto che la contraffazione e di altri tipi di violazione dei diritti di proprietà intellettuale hanno sulle pmi, aspetto molto importante per l’economia italiana, visto che queste aziende rappresentano la maggioranza delle società della Penisola. Per di più ben l’11% dei sequestri globali di merci che vìolano i diritti delle pmi riguardano proprio aziende tricolori, terze al mondo a subire tali infrazioni, precedute soltanto da quelle statunitensi e svizzere. Con rischi da non sottovalutare.

Infatti, la relazione “Commercio illecito di prodotti contraffatti: i rischi per le piccole e medie imprese” evidenzia che le pmi la cui proprietà intellettuale è violata hanno il 34% in meno di probabilità di sopravvivere dopo cinque anni. Si tratta di un problema che riguarda in particolare le piccole e medie imprese indipendenti che non fanno parte di un grande gruppo societario e quelle che subiscono violazioni di brevetti. Questo perché i brevetti sono i diritti di proprietà intellettuale che proteggono più direttamente le innovazioni, e quindi gli attacchi che li riguardano sono particolarmente pericolosi per l’economia in generale e per le pmi in particolare.
Secondo l’ultimo quadro di valutazione, il 15 % delle pmi titolari di un diritto di PI registrato ha subito violazioni. Questa percentuale è chiaramente più elevata tra le aziende che hanno introdotto innovazioni (19,4% nel caso delle pmi che hanno introdotto innovazioni inedite). La violazione dei DPI è quindi un problema particolare per le piccole imprese che innovano e creano occupazione e crescita.

Lo studio esamina anche i Paesi di origine dei prodotti contraffatti che violano la proprietà intellettuale delle piccole imprese. La Cina si conferma come la maggiore fonte di prodotti contraffatti e rappresenta l’85% dei sequestri legati alle vendite online e il 51% dei sequestri di vendite offline a livello mondiale.
I contraffattori si interessano a tutti i tipi di prodotti realizzati dalle pmi. Quelli più frequentemente presi di mira sono macchinari elettrici ed elettronica (30% dei sequestri), abbigliamento (18%), profumeria e cosmetici (10%) e giocattoli e giochi (anche in questo caso 10%). Inoltre, molti di questi prodotti contraffatti sono di scarsa qualità e spesso rappresentano una minaccia per la salute e la sicurezza dei consumatori.
Per quanto riguarda il metodo utilizzato, circa la metà dei prodotti contraffatti sequestrati alle frontiere dell’Ue che violavano i diritti di proprietà intellettuale delle pmi è stata acquistata online.

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