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Attualità

Coronavirus, l’emergenza ha fatto crollare l’inquinamento in Cina

Le emissioni di anidride carbonica sono state tagliate di 100 milioni di tonnellate metriche e il consumo di carbone si è annullato

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Non tutto il male vien per nuocere. L’emergenza Coronavirus, che tanto male sta facendo a livello sanitario ed economico, sta generando un’inaspettata conseguenza positiva: il crollo delle emissioni inquinanti in Cina. Alcune fabbriche, infatti, hanno temporaneamente chiuso e molte altre stanno lavorando a ritmi ridotti, non oltre il 30% della normale operatività. L’inquinamento generato dall’industria, quindi, si è drasticamente ridotto. Anche il traffico è calato in maniera sensibile, perfino durante il Capodanno lunare, che in genere è un periodo di grandi spostamenti. Il risultato? La qualità dell’aria è nettamente migliorata. Gli esperti hanno stimato che l’epidemia esplosa nelle scorse settimane ha comportato un taglio di emissioni di anidride carbonica nell’ordine di 100 milioni di tonnellate metriche, quasi la stessa quantità generata dal Cile in un anno. E non è finita qui: il consumo quotidiano di carbone, il combustibile fossile più inquinante, si è praticamente annullato. Peccato che molti cittadini cinesi, a causa delle eccezionali misure di quarantena e prevenzione prese per contenere la circolazione del virus, non possano uscire e godere così di un ambiente improvvisamente purificato.