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EOLO: la sostenibilità come leva strategica

L’attenzione agli indicatori Esg non è una mera voce di costo, ma un volano per gli affari. Ecco perché l’impresa mira a diventare una B-Corp. E l’obiettivo è ormai vicino, assicura Marzia Farè, Head of Communications e Responsabile sostenibilità

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Il 2021 è stato per EOLO un anno importante: la società ha modificato il suo oggetto sociale, includendo formalmente gli stakeholder nel suo business model e dotandosi di obiettivi di sostenibilità concreti e misurabili. In poche parole, è diventata una Società Benefit. «Attraverso questo cambio di statuto abbiamo confermato l’impegno che da oltre 16 anni portiamo avanti sui territori, verso le comunità e tutti gli stakeholder con cui veniamo in contatto», spiega Marzia Farè, Head of Communications e Responsabile sostenibilità. «Per noi è stata una tappa strategica del percorso iniziato da Luca Spada e che vede la sostenibilità come valore fondante dell’idea imprenditoriale alla base della società: l’idea di un accesso democratico alla connettività e alle possibilità da essa generate, abilitando le diverse aree del Paese che soffrivano di un importante digital divide, supportando il territorio, le comunità e la loro crescita economica e generando valore. Un modo di fare business che crediamo vincente, non solo perché eticamente giusto, ma anche perché permette all’azienda di agire in maniera sinergica con le realtà che la circondano, diventando più forte e resiliente».

Come avete lavorato per raggiungere questo obiettivo? Il passaggio a questa nuova forma societaria è il risultato del lavoro di tutti i colleghi e collaboratori che ogni giorno sono impegnati negli oltre 6.800 comuni dove operiamo, rispondendo alle necessità di ogni territorio, famiglia e impresa cliente. La sostenibilità, intesa come inclusività sociale attraverso l’accesso democratico a internet, guida le nostre attività dalla nascita e sicuramente con la pandemia ha avuto una accelerazione importante. Il Covid 19 ha colpito tutti i settori e anche il nostro si è trovato ad affrontare un importante stress test, da cui dipendeva la possibilità di resistere di tutto il Sistema Paese. Per comprenderlo, basta immaginare cosa sarebbe successo all’economia se non fosse stato possibile lavorare in smart working, al sistema formativo se non fosse stata possibile la Dad, ma anche seguire programmi in streaming o utilizzare piattaforme per rimanere in contatto con parenti e amici. Per queste ragioni, la domanda di banda ultralarga è esplosa in tutto il Paese, anche nei piccoli comuni e in quei territori di periferia spesso dimenticati dai grandi operatori. In questa situazione di necessità, ci siamo impegnati per garantire continuità al nostro lavoro. E per far fronte alla crescente domanda di connettività, abbiamo investito risorse economiche e umane per portare la nostra tecnologia in aree in cui ancora non arrivavamo e potenziando la presenza nelle realtà in cui c’eravamo già.

Il prossimo passo è divenire una B-Corp, a che punto siete? La certificazione B-Corp attesta il raggiungimento di obiettivi e standard che sono al centro della nostra strategia di crescita da tempo. Siamo nella fase di valutazione e il percorso che intrapreso è a un ottimo punto perché condividiamo a monte con il sistema B-Corp la definizione, sempre difficile, di sostenibilità. Crediamo infatti che questa non debba essere considerata una mera voce di costo, bensì una leva strategica per la competitività del business e, per questo, debba essere integrata in tutte le funzioni aziendali. Per essere pronti alle sfide che ci attendono non si può più pensare che sia sufficiente essere un’azienda “estrattiva”, ovvero che si limita a consumare le risorse del pianeta per il proprio business, bisogna che sia “rigenerativa”, in grado di creare valore per stakeholder, territori e clienti lungo tutta la sua filiera.

Sostenibilità significa anche investimenti, che piano di sviluppo avete in mente per fronteggiare i costi? Indirizzare la propria strategia aziendale verso la sostenibilità rende il business più attrattivo per gli investitori. Il nostro è un esempio concreto: il passaggio a Società Benefit ha avuto il ruolo chiave di rendere immutabile, a prescindere dalla società di maggioranza, l’impegno verso le realtà in cui l’azienda opera. Questo ha allontanato potenziali investitori con fini puramente speculativi e stimolato e fondi come Partners Group, interessati a uno sviluppo solido nel tempo e al miglioramento concreto degli indicatori ESG delle aziende in cui investe. Essere una società Benefit è quindi un messaggio forte anche per il mercato finanziario, che chiarisce inequivocabilmente qual è la missione dell’azienda e manda un messaggio a tutti gli stakeholder e ai clienti, rafforzando la credibilità come partner e dimostrando la concretezza dell’impegno per il pianeta e le persone. Grazie alla collaborazione con Partners Group, che già nel 2008 era tra i firmatari dei principi delle Nazioni Unite per l’investimento responsabile, siamo certi che i prossimi cinque anni saranno caratterizzati da un’accelerazione del nostro percorso di sostenibilità.

La tecnologia è un facilitatore per un mondo più sostenibile, ma pone problemi di produzione e smaltimento dei materiali. Come lavorate? La sostenibilità ambientale è al centro di diverse attività sia presso il nostro headquarter di Busto Arsizio che sui territori dove operiamo. Effettuiamo per esempio diversi assessment sull’impatto che i ripetitori installati possono avere sulla biodiversità e sull’inquinamento acustico ed elettromagnetico, e assicuriamo il corretto smaltimento dell’unico tipo di rifiuto pericoloso generato, ovvero le batterie (BTS). Le riprendiamo in carico al termine di erogazione del servizio o alla fine della loro vita utile, occupandoci del corretto smaltimento o riutilizzo. Abbiamo inoltre in essere un programma di reverse logistics per le antenne e per i router: dopo che sono state disinstallate vengono affidate a smaltitori qualificati che le riutilizzano o le disassemblano per ridare nuova vita ai materiali di cui sono composte, mentre i router vengono revisionati e ricondizionati. Anche il nostro headquarter di Busto Arsizio è autonomo a livello energetico, grazie all’utilizzo di pannelli fotovoltaici, ed è concepito all’insegna dell’efficienza energetica con sistemi di illuminazione e regolazione della temperatura interna. La sede prevede inoltre la raccolta differenziata in ogni spazio della struttura e un’attenzione particolare al food waste attraverso la prenotazione del pranzo in mensa.

La sostenibilità non interessa solo l’ambiente. La vostra mission ha anche un risvolto sociale, quali altri obiettivi avete in questo campo? Il nostro lavoro ci vede al fianco di imprese e famiglie in tutto il Paese e verso di loro abbiamo preso un impegno che supera il core business dell’azienda e punta alla restituzione di parte del valore generato. Lo portiamo avanti attraverso progetti con un impatto nazionale. EOLO Missione Comune, per esempio, che grazie al coinvolgimento di cittadini e simpatizzanti chiamati a votare il loro comune preferito, in tre anni ha visto la donazione a piccoli comuni sotto i 5 mila abitanti di 3 milioni di euro in premi tech, con l’obiettivo di supportare i piccoli borghi nel loro percorso di digitalizzazione. L’edizione 2021 si è appena conclusa e abbiamo registrato numeri positivi, raccogliendo oltre 2 milioni di voti sulla piattaforma dedicata. Sui singoli territori collaboriamo poi con partner locali, per rispondere a particolari esigenze. Non ultima, ad esempio, la nostra collaborazione con Bee.4 Altre Menti, la prima impresa sociale del Carcere di Bollate (Milano) che promuove il lavoro come strumento per il cambiamento e la reintegrazione sociale dopo il periodo della detenzione. Con loro abbiamo ideato un progetto pilota di digitalizzazione e inclusione sociale nel carcere, coinvolgendo prima con la formazione ad hoc e poi nella piena operatività otto detenuti nell’ambito dei servizi di welcome call e controllo qualità.

Per essere veramente sostenibili bisogna però coinvolgere anche fornitori, partner, clienti e dipendenti. È vero. Le iniziative rivolte ai nostri stakeholder interni sono diverse e interessano vari aspetti della sostenibilità, da quella ambientale, che coinvolge la sede di Busto Arsizio, ai vari progetti che mettono al centro la qualità della vita dei nostri colleghi, come i benefit per i dipendenti, lo studio degli spazi per assicurare un corretto bilanciamento tra lavoro e relazioni sociali, il programma di smart working già previsto prima della pandemia, le attività Pioneer al femminile a supporto delle colleghe. Cerchiamo attenzione alla sostenibilità anche nei nostri fornitori, sin dalla fase di selezione, condividendo con chi collabora con noi anche materiale informativo sui temi più rilevanti.

Sembra che la pandemia abbia diffuso una maggiore sensibilità sul tema della sostenibilità, percepite questo cambiamento? Come detto, la sostenibilità è parte del Dna di EOLO da oltre 16 anni, di conseguenza i nostri collaboratori e stakeholder già conoscono l’attenzione dell’azienda a questi temi, condividendola. Diventare B Corp, però, comporta uno sforzo ulteriore, impatta anche sui processi. Abbiamo già iniziato un percorso di sensibilizzazione verso le nostre comunità e registriamo risposte positive e di apertura a un cambiamento radicale.