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Museo del futuro di Dubai: una finestra sul domani

Installazioni interattive, prototipi digitali, realtà aumentata. Negli Emirati si scaldano i motori in vista dell’apertura del prossimo anno. Sarà un centro culturale dedicato al progresso scientifico e alla rivoluzione digitale, incubatore di iniziative imprenditoriali a elevato tasso innovativo

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See the future, create the future. Non poteva che nascere sotto l’egida di questo motto il Museo del Futuro di Dubai, che, a soli tre anni dall’inizio della costruzione, aprirà i battenti nel 2019. Beninteso, della galleria d’arte in senso tradizionale l’imponente building d’acciaio a forma di anello ovoidale e dalle pareti scintillanti avrà davvero poco. E non solo perché al posto di polverosi cimeli e frammenti di antiche vestigia troveremo display interattivi di ultima generazione e allestimenti ultra-tecnologici, ma soprattutto perché il moderno tempio della robotica e dell’intelligenza artificiale, incastonato nella metropoli-gioiello del Golfo Persico, «sarà un ambiente integrato che consentirà alle menti creative di testare, creare e commercializzare servizi e prototipi futuristici», come ha dichiarato lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, primo ministro e vice presidente degli Emirati Arabi, nonché emiro della stessa Dubai, a capo del board fiduciario che guiderà la nuova istituzione artistica e culturale. Un progetto da almeno 136 milioni di dollari, nel cuore del distretto finanziario della città dal lusso sfrenato, in perfetta sintonia con il contesto della megalopoli che lo ospita, tra grattacieli da record, palme verdeggianti, imponenti palazzi dallo stile moresco e residence simili a navicelle spaziali.

Un’anteprima del Museo del Futuro di Dubai

Un inno architettonico all’innovazione: non è un caso che la già citata forma dell’edificio del Museum of the Future, opera dello studio Killa Design, rievochi la ruota, una delle invenzioni-simbolo che ha dato una svolta al progresso, ovviamente rivisitata in chiave avveniristica. Altrettanto significativamente, una parte del complesso – 250 mq circa – attualmente sede della Fondazione Dubai, è stata realizzata con la tecnologia di stampa 3D, utilizzando un particolare mix di fibra di vetro e gesso, rinforzato con cemento e plastica. Non si tratterà di un centro meramente espositivo, bensì di un polo altamente tecnologico, una fucina di idee e creatività 4.0 grazie all’ampia offerta di laboratori, corsi avanzati e workshop specializzati, possibile incubatore di talenti e startup. Nel febbraio 2017, in occasione del quinto World Government Summit che si è tenuto nel pluristellato resort Madinat Jumeirah cittadino, è stata presentata un’anticipazione delle installazioni permanenti che i visitatori potranno ammirare a progetto ultimato, concepite secondo tre filoni principali. Alcune di esse, attraverso esperienze interattive, mostreranno in che modo macchine e chip bionici potranno amplificare esponenzialmente capacità mentali e fisiche umane. Altre apparecchiature porranno il focus sul rapporto tra persone e robot, indagando, per esempio, l’impatto della tecnologia sulla qualità di vita degli anziani. Infine, un percorso specifico sarà dedicato a far vedere come l’intelligenza artificiale influenzerà, nei prossimi anni, i processi gestionali e deliberativi presso enti e aziende.

«Attraverso il World Government Summit », ha commentato lo sceicco, «gli Emirati Arabi Uniti hanno cercato di fornire una piattaforma che apre una finestra sul domani, in grado di attirare esperti, decision maker, imprenditori e innovatori. Il mondo sta entrando in una nuova era di conoscenza accelerata e di grandi rivoluzioni: vogliamo essere al comando di quell’epoca, non stare dietro o arrivare in ritardo. Il Museo del Futuro è il primo passo di molti a venire e segnerà l’inizio di grandi successi». Nella mostra temporanea pop-up, andata in scena in inverno, i partecipanti hanno esplorato soluzioni e servizi digitali all’avanguardia che, in prospettiva, potrebbero consentire ai Paesi di adattarsi al cambiamento climatico, assicurare l’approvvigionamento idrico e fornire la sicurezza alimentare a beneficio di tutti i settori economici e sociali. Tali ulteriori tematiche saranno scandagliate nell’innovativo centro tecnologico e culturale, destinato a essere una delle attrazioni turistiche più frequentate durante la prossima edizione di Expo.

Museo del Futuro in vista di Expo Dubai 2020

Già, perché questo super museo, costruito a suon di stampe 3D e prototipi digitali, rientra a pieno titolo nel calderone dei mega progetti in via di realizzazione per l’Esposizione universale di Dubai (dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021) intitolata Connecting minds, creating the future (Connettere le menti, creare il futuro). Sarà la prima manifestazione del genere a svolgersi in Medio Oriente, per la quale sono attesi 25 milioni di visitatori di cui ben il 70% proveniente dall’estero. Oltre al Museo del Futuro, sono diversi i cantieri incessantemente all’opera per far venire alla luce nuove costruzioni e infrastrutture di proporzioni faraoniche. Basti pensare a Hyperloop, il treno iperveloce a levitazione magnetica, che permetterà di andare da Abu Dhabi a Dubai, percorrendo 157 chilometri in 12 minuti. O, ancora, al titanico World Central, che diventerà un grande complesso residenziale, finanziario e logistico, con cinque piste di decollo e atterraggio e uno scalo che potrebbe contenere complessivamente oltre 240 milioni di passeggeri. Senza contare che, magari proprio prima o dopo una visita al Museum of the Future, ci si potrà recare nel Mall of the World, una sorta di cittadella pedonale, con una schiera di boutique e negozi, ristoranti, cinema multisala, teatri e parco divertimenti sotto una gigantesca cupola di vetro climatizzata. O, ancora, si resterà incantati davanti ad Aladdin City: dove oggi si trovano le banchine del porto, si ergeranno sul mare tre torri rivestite d’oro, dalla forma analoga alla celebre lampada dei desideri di fiabesca memoria, nelle quali saranno ospitati fabbricati privati e commerciali. Sempre Sheik Mohammed bin Rashid Al Maktoum, illustrando in anteprima le peculiarità del polo avveniristico, ha affermato: «Il futuro appartiene a chi sa immaginarlo, progettarlo, eseguirlo. Molti lo prevedono. Negli Emirati Arabi la pensiamo diversamente: noi lo creiamo». Con simili asset culturali e tecnologici tra le mani, difficile dargli torto.

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La mostra temporanea che ha esplorato soluzioni per assicurare l’approvvigionamento idrico e alimentare. Conclusasi lo scorso inverno, ha offerto un primo assaggio delle potenzialità del museo