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Artuner, la fotografia dalla A alla Z

Lanciato da appena un paio di mesi, il sito si propone come guida per la conoscenza di creativi selezionati, oltre che come galleria on line

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Fra i più grandi maestri della fotografia del secondo Novecento, Luigi Ghirri (1943 – 1992) inizia oggi a essere considerato uno dei più grandi artisti italiani tout-court. Chiusa l’antologica dedicatagli dal MAXXI di Roma, e dopo il tributo fatto dal Padiglione Italiano alla Biennale di Venezia, il modo migliore per apprezzarne il lavoro resta, fino al 31 dicembre, la mostra An Italian Journey: Modern and Vintage Prints by Luigi Ghirri. Per visitarla non bisogna intraprendere lunghi viaggi: basta aprire il proprio browser e digitare l’indirizzo www.artuner.com. Lanciato a metà ottobre, Artuner è la creatura di un giovane fresco di madister alla London School of Economics (dove il progetto è stato elaborato). Ma l’età non deve ingannare: perché Eugenio Re Rebaudengo il collezionismo ce l’ha nel sangue, e se come imprenditore è agli esordi, nel mondo dell’arte è già accreditato dalla sua presenza in diversi board e iniziative. Artuner potrebbe essere confuso con un sito d’aste o una galleria on line, se non fosse che il termine “buy” compare solo nella quinta riga della sua pagina di presentazione, preceduto da espressioni come “mostre curate con competenza”, “intima esperienza visiva”, “lavori di qualità museale”, “testimonianze di esperti”. «Il vero valore aggiunto è il forte taglio curatoriale », spiega Re Rebaudengo. «Non vuole essere un aggregatore passivo dove mostrare le opere disponibili o i magazzini invenduti delle gallerie. Con Artuner si vuole offrire una piattaforma proattiva che proponga con attenzione un limitato numero di opere».La scelta di Internet va nella direzione di aprire l’arte contemporanea a un collezionismo nuovo, interessato ma magari intimidito dalle dinamiche del mondo dell’arte. «Vedo nella Rete una grande opportunità di realizzare qualcosa di davvero innovativo, presentando opere e sviluppando contenuti esclusivi in modo aperto e rivolgendomi a un pubblico vasto e internazionale ». Da qui, anche una forte impostazione educativa: «Acquistare arte può essere un’esperienza che intimidisce e complessa. Per questo motivo l’offerta di contenuti educativi, chiamati Insights, è parte integrante e fondamentale in Artuner. Non vuole offrire solo accesso all’acquisto di opere, ma aiutare il collezionista nella conoscenza dell’artista e delle mostre sul sito. Inoltre, grazie alla collaborazione con esperti, offre consigli utili per il collezionista, da come incorniciare le opere al corretto modo di appenderle». E a chi pensasse che Internet aumenti la distanza tra la galleria e il suo pubblico, Re Rebaudengo risponde: «Anche sviluppando un sito on line, continuo a credere nell’importanza delle relazioni personali: per questo io e il mio team siamo sempre a disposizione per dialogare e consigliare direttamente chiunque ci contatti». Una scelta di personalizzazione che condiziona anche la selezione proposta: «Tenderò a suggerire su Artuner artisti che seguo anche a livello personale e che, quindi, potrebbero essere presenti o entrare nella collezione di famiglia. Mi sembra una dimostrazione di grande serietà verso il nostro pubblico». E chi non fosse interessato alla fotografia è invitato a tornare su Artuner a gennaio: «La seconda selezione che presenteremo sarà costituita da giovani pittori internazionali che si stanno già affermando sul mercato internazionale ». È proprio il caso di dirlo: Stay tuned!

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INTANTO, ALLA FONDAZIONE SANDRETTO

Nata a Torino nel 1995, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo è oggi una delle istituzioni più attive, vitali e internazionali della scena italiana dell’arte contemporanea. In questi giorni presenta Soft Pictures, una collettiva dedicata all’uso dei mezzi tessili nell’arte (fino al 23 marzo 2014) e due progetti sperimentali: Veerle, una “mostra di mostre” in costante evoluzione; e A Linking Park, una selezione di contenuti on line accessibili tramite smartphone fotografando i codici installati sulla facciata della fondazione (fino al 12 gennaio).

Credits Images:

Opere di Luigi Ghirri