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Lifestyle

Prada, Kering, Richemont: i big della moda puntano sul digitale

Gli investimenti su e-commerce, social media, influencer, siti, big data stanno crescendo. Del resto, il futuro passa dal web

Il futuro è anche e soprattutto nel digitale. Le aziende che non vogliono mettere a repentaglio la propria sopravvivenza e puntano a crescere devono investire, e tanto, su questo fronte. Le imprese della moda sembrano averlo capito perfettamente. Perlomeno quelle del lusso. L’ultima ad aver compiuto un passo importante in questa direzione è stata Prada, che ha appena siglato un accordo con Adobe che le permetterà di analizzare i dati registrati nell’interazione con i clienti sul web e nei sui 634 negozi fisici. Non solo. La holding italiana ha deciso di dirottare buona parte dei 284 milioni degli investimenti 2018 per progettare nuovi siti, app per tracciare l’autenticità dei prodotti e perfino un account su Spotify. Kering è stato ancora più previdente: già nel 2017 ha creato una nuova posizione, quella di Chief Digital Officer per la trasformazione digitale, avviando progetti pilota che sfruttano i big data per mandare messaggi personalizzati ai clienti, in base alle loro preferenze, ricerche o acquisti. Lo scorso anno, invece, Richemont ha speso ben 2,7 miliardi per ricomperare tutta Yoox-net-à-porter, che è il capostipite dei siti di vendite online nella moda.

Nella moda, le vendite sul web cresceranno sempre di più

Gli esempi del crescente amore per il digitale da parte della moda non finiscono qui. Miroglio Fashion, che possiede marchi come Elena Mirò e Motivi, ha deciso di puntare sullo “showrooming”, ossia sulla possibilità di provare un abito in negozio per poi acquistarlo online. E la scelta si sta rivelando vincente: l’anno scorso il fatturato da e-commerce è cresciuto dell’87%. Ferragamo, dopo un 2018 con utile in calo del 21,1%, nei primi tre mesi dell’anno ha accelerato (utile a +23,5%), grazie anche a investimenti focalizzati su marketing, influencer e social media, finalizzati a coinvolgere in maniera più emozionale i clienti. Proprio come ha fatto Moncler, che ha deciso di dare al consumatore sempre qualcosa di nuovo, generando un aumento del traffico sul sito (+33% di visite) e nei negozi (+10% di ingressi). Del resto, secondo Boston Consulting, entro il 2020, il 25% delle vendite fashion sarà sul web. Quindi, gli investimenti in e-commerce, social media, influencer, siti, big data dovranno necessariamente crescere.