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Editoriale

La sostenibilità come vocazione

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Non c’è un tema più dibattuto, e probabilmente più frainteso, di quello inerente la sostenibilità. E questo accade in ambito politico, come in quello culturale e sociale. Per non parlare di come l’economia, e quindi la produzione e la finanza, stanno facendo propria e traducendo nei fatti tale priorità.

Ammettiamolo, però: in questa corsa affannosa, ciascuna a suo modo, le aziende stanno commettendo – inevitabilmente (e per fortuna!) – degli errori, vanificando investimenti a volte anche ingenti. C’è chi sostiene, a ragione, che la transizione per molti settori sarà un bagno di sangue: non sarà né rapida, né indolore. Perché chi potrà permettersela (ovvero le aziende più grandi) potrà avere la meglio su chi invece si gioca la propria competitività giorno dopo giorno, ovvero le pmi. Ma non è detto, visto che le eccellenze italiane hanno ampiamente dimostrato come le regole che valgono per sistemi produttivi più omogenei non sempre valgono per contesti più magmatici come quello italiano. Il dato di fatto è che impegnarsi ad azzerare le emissioni entro il 2030, affrontare sane politiche e pratiche interne responsabilizzando i dipendenti, interagire con il proprio ecosistema per affrontare il cambiamento climatico non è più sufficiente. Nel senso che ormai si tratta di presupposti scontati, conditio sine qua non da cui è impossibile prescindere…

Nella fase due verso la sostenibilità, infatti, a cui abbiamo deciso di dedicare questa terza edizione dei nostri Campioni della sostenibilità , bisogna passare a un livello successivo. Quello in cui occorre resettare parametri interni ed esterni alle proprie imprese, imponendosi – culturalmente – una impostazione che sia univoca e non alternativa. Bisogna che le aziende allenino e coordino le proprie intelligenze in questa unica direzione, anche nei gesti, nelle soluzioni e decisioni quotidiane. C’è bisogno di perseverare senza estremismi, muoversi con lucidità agendo all’interno del proprio settore affinché anche i requisiti fiscali, informativi e normativi siano ispirati all’evoluzione green. Come dire? La sostenibilità non è una scelta che si proclama e si sbandiera una volta per sempre, magari all’inizio di ogni anno, tanto per fare scena… bensì è una vocazione che va perseguita con consapevolezza quotidianamente.