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Lavoro

Smart working, ai manager piace più che alle mamme

Un sondaggio di Manageritalia racconta il rapporto tra i dirigenti tricolori e lo smart working: dà più flessibilità alle organizzazioni e alla vita privata

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Lo smart working piace ai manager ancor più che alle mamme. La possibilità di lavorare da casa o dove si voglia è ormai aperta a tutti i generi, le età e le qualifiche, come racconta un’indagine su 1.210 dirigenti, realizzata dall’osservatorio di Manageritalia, Cfmt e JobValu. Ebbene, lo smart working è già realtà in circa il 20% delle imprese grazie a smartphone e computer portatili. E piace tanto ai manager, perché aumenta la flessibilità dell’organizzazione e allo stesso tempo migliora la conciliazione con la vita privata.

Il lavoro in remoto come potente strumento per bilanciare lavoro e vita privata. «È prima di tutto un modo per coniugare flessibilità organizzativa», afferma Enrico Pedretti, direttore marketing di Manageritalia. «Con le necessità del business e delle persone. Insomma, è la via per trovare la quadra e aumentare produttività, competitività e benessere di lavoratori e aziende».

Smart working, ai manager piace più che alle mamme

Lo smart working è dunque già una realtà in un’azienda su 5, in molti casi è in via di sperimentazione e in altri è già pronto a partire. Come nel caso di Endered Italia, società francese specialista in ticket restaurant, verrà lanciato a gennaio 2018. «S’incastona nel grande tema dei tempi di vita e di lavoro», spiega Michele Ricciardi, direttore delle Risorse umane dell’azienda. «In accordo con i sindacati, lo proporremo per due giorni al mese in forma volontaria e libera». Un cambio di cultura, associato ai tanti altri piccoli benefici che i 350 dipendenti possono mettere insieme. «Siamo un’azienda snella e molto commerciale e la maggior parte degli addetti ha già la dotazione tecnologica che permette di lavorare in remoto». Ed Edenred è per il 56 per cento fatto di donne e di queste il 47 per cento è manager. «Non solo femminilità e genitorialità saranno i requisiti da cui partire, né abbiamo l’esigenza di razionalizzare gli spazi. Siamo in fase di disegno del perimetro, perché ci sono ruoli che per loro natura non potranno essere inclusi. In ogni caso il cardine di questa strategia è il benessere del lavoratore».

Un altro esempio che emerge dal sondaggio è quello della Csi Piemonte, una grande azienda informatica in house della Regione Piemonte e del Comune di Torino, con 1081 persone, a dicembre 2016 è stata avviata una fase sperimentale di un giorno alla settimana per 180 unità, in ruoli per lo più manageriali. «Abbiamo ancorato il test di questa nuova modalità organizzativa che scadrà a dicembre alla verifica della performance», racconta Giovanni Rubino, Hr director di Csi Piemonte. «Come azienda informatica, ci sembrava naturale approfittare di pc portatili, smartphone, skype, video conferenze per rispondere a quella che è stata anche la modifica del quadro normativo, con la legge madre n. 214 e poi la direttiva del consiglio dei ministri del maggio 2017». Csi Piemonte partecipa tra i pochi enti pubblici o para pubblici a un osservatorio del Politecnico di Milano che tende a monitorare come la performance aziendale possa essere influenzata dal benessere lavorativo derivato dallo smart working. «Le donne da noi sono il 50 per cento, ma non è una questione di genere. Lo smart working ci sta rendendo più competitivi per trattenere i talenti, dato che sulle retribuzioni con i privati non c’è lotta», conclude Rubino.

Lavorare in remoto

Lo smart working è attivo per uno o due giorni alla settimana dal 2015 in American Express, società newyorchese di servizi finanziari e di viaggi, che nelle sedi italiane di Milano e Roma ha 1150 dipendenti, di cui il 70 per cento è donna con una larga presenza di mamme. La piena applicazione dello smart working è avvenuta dopo il trasloco degli uffici romani in una sede molto più grande e innovativa. «Tutti qui sono dotati di laptop», racconta Rosa Santamaria, Hr Manager, «e il nostro impianto tecnologico permette di accedere da remoto a tutti i singoli ruoli, non solo da casa ma da qualunque altro luogo, di telefonare dal pc, di entrare nel sistema. Con video call, chat, telepresent, un sistema di videoconference avanzato, l’advance collaboration ci permette di essere molto più connessi sia a livello locale che internazionale». Il clou del progetto è stato superare l’orario di lavoro eliminando le timbratrici. «Il tema per noi», continua Santamaria, «è rispettare le condizioni e portare al management l’obiettivo definito. Una grande rivoluzione. È complicato ma ci sta portando tanti benefici: il tema della fiducia stringe i rapporti e ha impatto sull’engagement: così ogni anno miglioriamo».

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