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Lavoro

Rimpatriare in Italia conviene: chi torna ha uno sconto fiscale del 70%

Per chi si trasferisce al sud, le agevolazioni sono ancora più elevate. Ma bisogna impegnarsi a lavorare in patria per almeno due anni

Sono sempre più numerosi gli italiani che decidono di trasferirsi all’estero alla ricerca di opportunità lavorative migliori. Ma nemmeno ritornare in patria è così svantaggioso. Infatti, per i lavoratori rimpatriati sono previste importanti agevolazioni. Il Decreto Crescita ha stabilito che chi rientra in Italia ha diritto a uno sconto fiscale del 70% (nelle norme precedenti lo sconto era del 50%) sul reddito da dichiarare, per cinque anni. E se trasferisce la residenza in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia lo sconto sale addirittura al 90%. Non solo. A chi ha figli a carico e a chi acquista una prima casa al rientro in Italia o nei 12 mesi precedenti (ad acquistarla possono essere anche il coniuge, il convivente o i figli) l’agevolazione viene prorogata per altri cinque anni, ma con il taglio al 50%. Solo per chi ha almeno tre figli lo sconto d’imposta è fissato al 90% per i successivi cinque anni. Queste misure, però, valgono esclusivamente per i lavoratori residenti in uno Stato con il quale sono in vigore le convenzioni contro le doppie imposizioni nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento in Italia e che si impegnano a restare per almeno due anni come lavoratori, dipendenti o autonomi o per avviare un’impresa.

Occorre sapere che si considerano residenti in Italia le persone fisiche che, per almeno 183 giorni (o 184 giorni in caso di anno bisestile) hanno il domicilio o la residenza nel nostro Pase. Quindi, chi rientra nel 2020 possiede il requisito dei due anni di residenza solo se ha lasciato l’Italia entro il 30 giugno 2018. Chi è tornato dopo il 30 aprile 2019 e rispetta i requisiti previsti dalle norme ha diritto ad avere le agevolazioni anche per il 2019.Ma come si fa a ottenere le agevolazioni? I lavoratori dipendenti devono barrare l’apposita casella nel modello 730. Professionisti e autonomi, invece, devono dichiarare direttamente nel modello Redditi i compensi ridotti del 70% o del 90% a seconda della residenza. Per il 2020, occorre presentare una richiesta scritta al datore di lavoro, che applicherà il beneficio dal periodo di paga successivo alla richiesta.

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