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Lavoro

Gap tecnologico: le pmi rischiano di perdere talenti

Le piccole aziende di tutta Europa potrebbero non riuscire ad attrarre e valorizzare i lavoratori migliori a causa delle insoddisfazioni derivanti dall’inadeguatezza degli strumenti per il remote working

Quando è iniziata l’emergenza Covid-19, le aziende sono state costrette da un giorno all’altro ad attuare il lavoro da remoto a tempo pieno. Molte delle piccole imprese sono riuscite a fronteggiare la situazione nel breve termine, ma questo non è sufficiente e il gap tecnologico emerso durante il lockdown deve essere colmato. I dipendenti si aspettano inoltre che le aziende siano in grado di gestire in modo ottimale un workplace ibrido, in cui presenza in ufficio e remote working coesistono. Questi sono, in sintesi, i risultati di nuova ricerca promossa da Ricoh e condotta da Opinium Research coinvolgendo 1.300 dipendenti di tutta Europa.

In particolare, dallo studio emerge come il 48% del campione d’indagine abbia dovuto utilizzare dispositivi personali per lavorare da remoto durante i primi mesi della pandemia. Attrezzature molto spesso non sono adeguate a supportare la produttività che, inevitabilmente, portano con sé rischi per la sicurezza dei dati e delle informazioni. Non solo:

  • il 69% del campione dichiara di avere le competenze necessarie per lavorare da remoto

  • il 24% afferma di non avere a disposizione gli strumenti necessari per supportare in modo ottimale i clienti o per collaborare da remoto con i colleghi

  • il 29% trova difficile restare motivato e coinvolto quando lavora da remoto e questo a causa di problematiche tecniche che rendono difficoltosa la comunicazione.

Non sorprende, quindi, che il 27% dei dipendenti stia valutando la possibilità di cambiare lavoro per cercare un’azienda in grado di gestire il remote working in modo efficiente. I dipendenti si aspettano che la propria azienda aumenti gli sforzi affinché il workplace rimanga al passo con le nuove esigenze. I due terzi del campione (66%) vorrebbe lavorare con la stessa flessibilità con cui lavorava durante il lockdown e il 55% si aspetta che la propria organizzazione investa nelle tecnologie necessarie a ridisegnare il workplace del futuro. Questo significa rendere gli uffici più sicuri: il 40% degli intervistati non si sente tranquillo a tornare sul posto di lavoro, a meno che non vengano implementate soluzioni a tutela della sicurezza come termoscanner, sistemi touchless e stampa contactless.

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Foto di Comfreak da Pixabay