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Lavoro

Citi: per colpa dell’automazione – 10mila posti di lavoro in 5 anni

Gli attuali 20mila ruoli operativi saranno dimezzati a causa dell’introduzione della tecnologia per gestire macchine e processi

L’automazione potrebbe costare molto caro ai dipendenti di Citi, la più grande azienda di servizi finanziari del mondo. Ad annunciarlo è Jamie Forese, presidente del gruppo, che nei giorni scorsi ha spiegato al Financial Times che nei prossimi cinque anni è probabile che gli attuali 20mila ruoli operativi saranno dimezzati proprio a causa dell’introduzione della tecnologia per gestire macchine e processi. Secondo Forese, infatti, queste figure (che costituiscono quasi i due quinti dei dipendenti di Citi dedicati all’investment bank), sono quelle più adatte per essere sostituite dai robot. Il top manager, però, ha aggiunto che Citi potrebbe aumentare le assunzioni in altri settori, come le vendite e la ricerca, dove il tipo di lavoro svolto da un essere umano è molto diverso da quello che può essere svolto da una macchina.

Citi è in buona compagnia

Del resto, Citi non è certo la prima grande società a puntare sull’automazione a discapito della forza lavoro. Pochi giorni fa, per esempio, John Cryan, Ceo di Deutsche Bank, ha affermato che fino alla metà dei dipendenti della banca tedesca potrebbe essere sostituita da macchine. E secondo una ricerca del Financial Times, nei prossimi anni l’automazione potrebbe comportare una perdita ingente di posti di lavoro, superiore a quella registrata fra il 2007 e il 2017, quando in otto delle dieci principali banche di investimento sono state eliminate quasi 60mila posizioni.