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Italia bocciata in digitalizzazione: siamo solo 24esimi in Europa

Stiamo migliorando, ma troppo lentamente. Gli aspetti più critici? L’uso di internet, il capitale umano e l’integrazione delle tecnologie digitali

Rispetto al passato siamo migliorati, ma non abbastanza. In fatto di digitalizzazione rimaniamo indietro, molto indietro. Nella classifica europea per l’indice di digitalizzazione Desi diffusa da Confindustria digitale, infatti, l’Italia occupa la 24esima posizione, con un valore di 43,9: molto meglio del 38,9 dello scorso anno e del 36,5 del 2017, ma decisamente al di sotto della media europea, che si attesta a un valore di 52,5. Per quali ragioni non riusciamo a compiere il passo in avanti decisivo? Essenzialmente per tre motivi. Innanzitutto, perché Internet è ancora poco diffuso, o quantomeno lo è molto meno che negli altri Paesi: basti pensare che il 19% degli italiani non va mai in rete e solo il 46% dei naviganti utilizza l’e-banking. La seconda ragione è che abbiamo un capitale umano ai minimi termini: i laureati in materia ICT sono appena l’1% del totale. Infine, vantiamo una bassa integrazione delle tecnologie digitali: solo il 10% delle Pmi vende online e solo il 6% effettua vendite transfrontaliere. Tre fattori negativi che ci pongono molto lontani dalla prima classificata, la Finlandia, che ha un indice di digitalizzazione di 69,9: 20 punti sopra il nostro. Seguono Svezia, Paesi Bassi e Danimarca. “Se questo Paese non si muove e non si trasforma digitalmente rimane indietro e oggi è indietro, è un Paese che soffre. Stiamo perdendo il treno competitività” ha confermato Cesare Avenia, presidente di Confindustria Digitale.

Ci sono però anche due note positive. Rispetto al 2018, conquistiamo sette posizioni in materia di connettività. Per quanto riguarda l’assegnazione dello spettro 5G siamo secondi dopo la Finlandia, con una percentuale del 60% di preparazione. Bene anche sotto il profilo dei servizi digitali: ci aggiudichiamo il quarto posto in classifica per gli Open Data e i servizi di sanità digitale, anche se c’è uno scarso livello di interazione online tra Pubblica Amministrazione e utenti.