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Diversity: i brand più inclusivi in Italia

I dati svelati dal Diversity Brand Index 2022: le imprese che rispondono a un mercato sempre più maturo e sensibile sulla D&I ci guadagnano in fiducia e ricavi

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Riconoscere la realtà della Diversity & Inclusion non è solo un’opzione possibile per le aziende, ma una condizione necessaria e urgente. Al pari del cambiamento climatico, le società sono chiamate ad avviare una transizione che possa portare a una reale e autentica inclusione. Ne va della loro stessa capacità di restare competitive sul mercato. È questo, in breve, il messaggio in arrivo dalla quinta edizione del Diversity Brand Summit, evento che riunisce e premia i brand più inclusivi in Italia e che si terrà in diretta streaming il prossimo 17 febbraio dalle ore 16.30 su diversitybrandsummit.it.

Dalla ricerca che sarà presentata integralmente durante l’evento, emergono tendenze ed evidenze importanti, a cominciare dai ricavi: la crescita del fatturato è maggiore per quelle realtà percepite come più inclusive rispetto a quelle meno inclusive. Viene confermato infatti che le pratiche inclusive sui temi di genere e identità di genere, etnia, orientamento sessuale e affettivo, età, status socio-economico, disabilità e credo religioso (le sette aree della diversity su cui si concentra la ricerca) impattano positivamente sulla reputazione dell’azienda e sulla fiducia delle consumatrici e dei consumatori, riversandosi in un indice di passaparola positivo e risultati economici migliori.

Complessivamente il campione preso in esame dalla ricerca ha indicato un numero di brand citati come “maggiormente inclusivi” leggermente inferiore rispetto alla precedente edizione (366, contro i 388 dell’anno precedente, -5,7%), a conferma di due fattori: lo scoppio dell’emergenza epidemiologica ha generato una riduzione delle occasioni di contatto tra consumatori e brand e il Top of Mind ne risulta quindi limitato; è aumentato il presidio della tematica della D&I da parte dei brand, rendendo l’arena più “competitiva”; oggi quindi per spiccare sui temi D&I, occorre farlo in maniera più strutturata.

Diversity Brand Index 2022: i marchi più inclusivi in Italia

Sulla composizione settoriale dei primi 50 brand percepiti dal mercato come più inclusivi rispetto allo scorso anno si registrano dei rimbalzi che seguono la modifica dei comportamenti pandemici avvenuta fra il 2020 e il 2021: dopo il balzo in avanti dello scorso anno, retrocedono le aziende dell’information Technology (-8 p.p.) e Media (-2 p.p.), insieme a Healthcare & Wellbeing (-2 p.p.). Riguadagnano terreno invece le aziende legate al Retail (+8 p.p.), in virtù di una maggiore possibilità di accedere agli spazi commerciali viste le calanti restrizioni pandemiche, che si conferma il settore più presente (28%), al Fmcg (beni di largo consumo, +2 p.p.) e ai Consumer Services (+2 p.p.). Proseguono la loro marcata progressione le marche dell’Apparel & Luxury goods (+4 p.p.), registrando un balzo in tre anni dal 6 al 20% e diventando il secondo settore più indicato, grazie in primis all’adozione di un’immagine più inclusiva nelle loro campagne (special collection e così via).

La Top 20 che verrà presentata dal Diversity Brand Index 2022 è il risultato di un meticoloso percorso di ricerca, condotto da gennaio a dicembre 2021. Queste le aziende presenti nella lista: Actimel, Amazon, Barbie, Burger King, Coca-Cola, Decathlon, Diesel, Durex, Esselunga, Fastweb, Ferrovie dello Stato Italiane, Freeda, Google, H&M, Ikea, L’Oréal, Netflix, Sorgenia, TIM, Vodafone. Nel corso dell’evento del 17 febbraio saranno premiati i due brand capaci di lavorare concretamente sulla D&I, impattando anche sulla percezione di consumatrici e consumatori: una marca vincitrice assoluta e il brand che più di tutti ha saputo utilizzare la leva digitale per creare una cultura di inclusione.

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Fonte: Diversity Brand Index 2022