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Lusso: nel 2022 investimenti a livelli pre-pandemia

Lo scenario tratteggiato dal Global Fashion & Luxury Private Equity and Investors Survey 2022 di Deloitte

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2022 promettente per il mercato del lusso: dopo il brusco calo registrato nel 2020 a causa della pandemia e la graduale ripresa del 2021, quest’anno si prospetta quello del ritorno alle dimensioni e ai livelli di crescita pre-Covid. È lo scenario emerso dal Global Fashion & Luxury Private Equity and Investors Survey 2022 di Deloitte, report che analizza trend e operazioni di M&A del mercato del lusso basandosi su dati di mercato e interviste a top manager.

Coronavirus: l’impatto sul settore

Guardando al report, si scopre infatti che la crisi indotta dal Coronavirus aveva interrotto un solido trend di crescita del settore in termini di fatturato, che nel quinquennio 2015-2019, aveva fatto registrare un Cagr del +3,4% (+6,5% se circoscritto al segmento dei beni di lusso personali). Nel 2020 infatti le vendite sono diminuite del 10,5%, con alcuni segmenti notevolmente in difficoltà, come il comparto alberghiero (-53,0%) e le crociere (-77,7%). Gli unici settori che hanno registrato una crescita positiva sono stati quelli dell’arredamento (+4,2%) e degli yatch (+3%).

L’Ebitda margin di settore è sceso al 15,9% (-1,5 p.p. rispetto al 2019), mentre il segmento dei Personal Luxury Goods, nonostante abbia subito un maggiore ridimensionamento rispetto all’anno prima (-2,8 p.p.), presenta un margine più elevato (22,3%). Particolarmente penalizzati sono stati, ancora una volta, i settori legati al turismo come l’alberghiero e le crociere che, in termini di marginalità, perdono rispettivamente -15,1 e -208,1 p.p.

Rapida ripresa dallo shock: le operazioni di M&A nel 2021

Lo stato di salute del settore del lusso e la sua capacità di rapida ripresa rispetto allo shock causato dalla pandemia di Coronavirus sono stati però confermati dal mercato delle operazioni di finanza straordinaria. Nel 2021, il numero di deal in ambito M&A è risultato leggermente superiore rispetto all’anno precedente, con il segmento dei Personal Luxury Goods che ha fatto registrare un incremento interessante, specie nella categoria Apparel & Accesories.

Particolarmente attivi si sono dimostrati gli investitori finanziari, che troviamo come bidder nel 58% dei deal e in posizione di seller nel 46% dei casi. I fondi di private equity e venture capital hanno conosciuto l’aumento più marcato in termini di numero di deal rispetto all’anno precedente e si presentano come acquirente coinvolto nel maggior numero di operazioni. In termini geografici la crescita più significativa si è registrata in Nord America (+24 deal), mentre l’area Asia-Pacific ha conosciuto il maggior decremento (-31 deal). Il principale indicatore, però, è rappresentato dal numero record di società che si sono quotate durante l’anno (9).

Investitori ottimisti per il futuro

Secondo quanto emerso dal sondaggio di Deloitte, il 50% degli investitori, nonostante gli strascichi lasciati dalla pandemia, si dice convinto che si tornerà ai livelli pre-Covid nel giro di un anno, mentre secondo il 21%, il settore è già stato in grado di recuperare a pieno durante il 2021. Resta, però, il pesante impatto che l’emergenza pandemica ha avuto sui segmenti connessi al turismo, come hotel, crociere e ristoranti, che ne subiranno le conseguenze anche nel 2022.

Tuttavia, il Covid ha segnato un cambiamento anche nelle strategie di business, come ad esempio la decisione di optare per un canale di vendita e-commerce. Per il 2022 gli investitori sono fiduciosi ed è unanime la volontà dei fondi di investire in asset appartenenti al mondo del Fashion & Luxury, con una particolare predilezione per il segmento Cosmetics & Fragrances (53%).

Trend di mercato 2022: innovazione e sostenibilità le parole strategiche

Guardando alle strategie messe in campo dai player del settore, i big puntano a ottenere una solida presenza digitale per la promozione e la distribuzione dei propri prodotti. Infatti, secondo le stime, entro il 2025, 1 prodotto di lusso su 5 sarà acquistato da clienti appartenenti alla generazione Z, diventa quindi fondamentale sfruttare canali dirompenti, come quello del Metaverso, per intercettare giovani clienti. A questo si accompagna una sempre maggiore sensibilità da parte dei consumatori verso l’innovazione e la sostenibilità. Per questo motivo, le aziende stanno incorporando nelle loro strategie modelli di re-commerce (pre-loved, re-selling e rental), oltre che impegnarsi su temi etici per dimostrare maggiore vicinanza ai valori dei clienti. Si continua, infine, a guardare con interesse alla Cina, principale motore di ripresa del mercato di beni di lusso e, secondo le stime, entro il 2025 arriverà ad assorbirne il 50% delle vendite. Dal lato dell’offerta, invece, la sfida principale rimane quella di gestire l’aumento dei prezzi, dovuto principalmente all’aumento dei costi della materia prima e della manodopera. “Da un punto di vista geografico, l’Asia e gli Stati Uniti stanno trainando la ripresa del mercato con i consumatori cinesi che si confermano come i più attivi nel 2022, grazie a un mercato interno dinamico. Entro il 2025 si prevede che quasi il 50% degli acquisti di lusso sarà effettuato da consumatori cinesi.” commenta Tommaso Nastasi, Partner di Deloitte.

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