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Un diamante è per sempre, anche con la crisi

Azioni e obbligazioni? No. Rifugiarsi nell’oro? Troppo comune. Investire in diamanti è una via innovativa per mettere al sicuro i tuoi soldi

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Investire in diamanti? Dovresti pensarci. Se le azioni sono troppo rischiose e le obbligazioni troppo sicure, se l’oro ti sembra un bene troppo “di rifugio”, un’idea innovativa per mettere al sicuro i tuoi soldi potrebbe essere quella di trasformarli in diamanti. Ma non è tutto carato quel che luccica, cerchiamo quindi di capire meglio pro e contro di un simile investimento. Tra i vantaggi, si possono elencare il mantenimento o la crescita del loro valore nel lungo periodo. Il fatto che essendo un bene reale non è soggetto a fallimento o default. Che i diamanti non vengono sottoposti a tassazione come invece accade per gli strumenti finanziari classici. Tra gli svantaggi ci sono il fatto che non offrono rendimenti periodici, come invece fanno le obbligazioni le azioni che pagano dividendi. Non hanno una vera e propria quotazione. Sono poco liquidi, e cioè può non essere facile e veloce trovare acquirenti quando li si vuole vendere.

Investire in diamanti: quello che devi sapere

Investire in diamanti è rischioso, specifichiamolo. Meno di altre forme di investimento, ovviamente, ma come le altre materie prime è legata alle fluttuazioni di produzione e di scorte, anche se le grandi aziende dovrebbero essere al riparo da questi eventi. Nel medio-lungo periodo comunque il valore è per lo più in crescita, anche se tutto dipende dal tipo di pietra. Le variabili di valutazione sono sono le famose quattro C: clarity, carat, cut e color, ovvero limpidezza, carati, taglio e colore. Un esempio: nel 1960 un carato veniva valutato 2700 dollari, ora ne vale fino a un massimo di 31 mila, a seconda del tipo di pietra e del grado di purezza. Allo stesso tempo però il mercato dei diamanti si pone relativamente al riparo dalle turbolenze finanziarie e le pietre vengono spesso assimilate ad altri beni rifugio come l’oro o gli immobili. In ogni caso, i professionisti raccomandano di diversificare il proprio portafoglio non andando oltre il 5-10%.

Dove si comprano

Alcune delle principali banche italiane si appoggiano a delle società di investimento specializzate nel settore dei diamanti, ma i prezzi vanno sempre controllati perché spesso vengono fatti in casa. Anche se il mercato del diamante bianco non è regolato da alcuna autorità, il valore delle pietre è stabilito dal Rapaport, il listino internazionale ufficiale dei diamanti. Guai a farsi ingannare: poche settimane fa, infatti, l’Antitrust ha multato per più di 15 milioni di euro due società venditrici di diamanti e quattro banche che hanno venduto a prezzi gonfiati le loro pietre a ignari clienti, spacciandoli per investimenti sicuri e senza informare dei rischi reali e dell’impossibilità di rivendere i preziosi acquistati.

Diversamente dall’oro, infatti, i diamanti sono beni poco liquidi: è difficile, in caso di bisogno, trovare acquirenti e condurre in porto l’operazione. Fortunatamente, sa alcuni anni le transazioni di pietre preziose sono più semplici grazie alla nascita di diverse piattaforme online specializzate nell’acquisto e nella vendita dei diamanti. Spesso le banche vendono e riacquistano il diamante a prezzi prestabiliti.

Il trattamento fiscale

Uno dei motivi per investire in diamanti può essere il regime fiscale favorevole. I diamanti sono esenti da tassa di successione o sul capital gain. Si paga l’Iva all’acquisto in Italia al 22%, ma l’imposta non viene applicata per i diamanti disponibili in cassette depositate in zona franca (Anversa, Rotterdam, Le Havre e Genova per l’Europa).

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© Pixabay/ColiN00B