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Lavoro

“Finanza? Chi si trova vicino al denaro trova il modo di allungarci sopra le mani”

L’ammissione dell’ad di Eni, Paolo Scaroni che punta il dito contro le remunerazioni dei manager: “salite alle stelle e con una crescita sproporzionata”

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Esiste un problema sui compensi dei manager: le remunerazioni sono salite alle stelle e con una crescita, soprattutto negli ultimi anni, sproporzionata. E se a dirlo è l’amministratore delegato dell’Eni, allora c’è da crederci. Intervenendo a un convegno sul tema organizzato dalla Fondazione Istud e da Ambrosiano l’ad del cane a sei zampe, Paolo Scaroni, ha ammesso: “Nel mondo della finanza chi si trova vicino al denaro trova il modo di allungarci sopra le mani”. L’amministratore delegato di Eni non lancia solo una semplice accusa, ma fa anche i nomi, come ad esempio quello dell’ad della Exxon, Lee Raymond, uscito nel 2005 dal gruppo petrolifero che ha guidato per sei anni con una buonuscita stratosferica, di oltre 400 milioni di dollari. “Faccio fatica a capire – ha detto Scaroni – come una persona che ha guidato per sei anni un’azienda, seppur bene, possa creare un patrimonio che possa bastare per sei generazioni alla sua famiglia”. Scaroni ha anche elogiato le remunerazioni di Generali (dove siede nel comitato remunerazioni) che ha messo a punto un piano di incentivazioni del management approvato dall’assemblea lo scorso anno. “Le Generali rappresentano un benchmark e le cose vanno fatte bene. Abbiamo messo a punto un meccanismo sano che penso vada ripreso”.

Il circolo viziato tra cda e managementL’ad di Eni ha ammesso l’esistenza di “una specie di circuito chiuso tra il management che influenza il cda che lo deve remunerare. Siccome ci si misura su quello che fanno gli altri – ha continuato Scaroni – si crea un circuito che si auto sostiene e si danno retribuzioni assolutamente sproporzionate”. E in Italia il fenomeno è aggravato in quanto spesso il management coincide con l’azionista. Non è la regola, ma capita infatti che nei cda, “il socio manager metta uomini a lui vicini che nominano una specie di comitato remunerazioni che fissa retribuzioni assolutamente sproporzionate”. Per combattere i maxi-compensi Scaroni ha chiamato in causa azionisti e giornali. “Quando in Inghilterra si prende una decisione sensibile come quella sulle retribuzioni – ha spiegato – nel cda ci si chiede se passerà il ‘Daily Mail test’. L’attenzione positiva della stampa sul tema delle retribuzioni scoraggia le cattive prassi” ha aggiunto l’ad di Eni, che nel 2007 ha ricevuto 2,8 milioni, 3,1 milioni nel 2008 e 4,3 milioni nel 2009.

Credits Images:

Paolo Scaroni