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Tav, pubblicata l’analisi tecnica: i costi superano i benefici. E ora?

I ricavi sono pari a 885 milioni, mentre le perdite possono arrivare fino a 7,8 miliardi, escludendo gli 1,4 miliardi di euro già spesi

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La Tav costa troppo: è una bocciatura netta quella che arriva dall’analisi sui costi-benefici della linea ad alta velocità Torino-Lione pubblicata dal ministero dei Trasporti. Secondo gli esperti coordinati da Marco Ponti, non ci sono dubbi: “il progetto presenta una redditività fortemente negativa”. Per quali ragioni? Perché se i benefici sono pari a 885 milioni, i costi possono arrivare addirittura fino a 7,8 miliardi, escludendo gli 1,4 miliardi di euro già spesi. Anche nella migliore delle ipotesi, non possono scendere sotto i 7 miliardi: del resto includono sia i costi di investimento e di gestione sia le accise. Se dunque l’opera venisse realizzata, la differenza fra perdite ed entrate sarebbe pari a 7 miliardi circa. Il tutto, fra l’altro, senza servire dal punto di vista della sostenibilità. Per il gruppo di lavoro, infatti, i benefici ambientali attesi “sono, a livello nazionale e ancor più europeo, di entità quasi trascurabile”. È vero, infatti, con l’alta velocità le emissioni di anidride carbonica si ridurrebbero, tuttavia per ottenere vantaggi davvero significativi si dovrebbe procedere anche con l’innovazione tecnologica dei veicoli.

Anche la rinuncia alla Tav sarebbe costosa

Se la realizzazione della Tav potrebbe essere troppo onerosa rispetto ai ricavi, nemmeno la rinuncia al progetto è immune da spese. Il costo massimo tra penali, rimborsi, messa in sicurezza e ripristino dei luoghi interessati dai lavori potrebbe arrivare a 4,2 miliardi. Quindi, che cosa si farà ora? “ I numeri sono estremamente negativi, impietosi, ora deciderà il governo, nella sua piena collegialità” ha commentato il ministro Danilo Toninelli.